Era convinzione di quasi tutti che la spinta emotiva della tragica scomparsa di Davide Astori, fosse solo una parte delle ragioni che avevano portato agli otto risultati utili consecutivi. Di sicuro avevano contribuito anche lo spessore medio o medio-basso degli avversari, ma si pensava pure ad una qualità del gruppo in parte sottovalutata in parte inespressa, che la tragedia umana aveva fatto emergere La sconfortante sconfitta di ieri (0-1 contro il Sassuolo) rimescola quantomeno le percentuali tra queste componenti. La squadra ha pagato l’espulsione di Dabo dopo 30 minuti (eccessivo l’arbitro sul primo giallo dopo 6 minuti, “insensibile” sul secondo) ma anche in parità numerica i viola erano apparsi poca cosa. La logica del turnover riporta titolari Maxi Oliveira e Falcinelli, ma i due più che l’intensità fisica aumentano la modestia complessiva. I giocatori di Pioli sbagliano tre passaggi su quattro e arrivano spesso secondi sui contrasti. Subito lo svantaggio verso la fine del primo tempo, la squadra rientra nella ripresa con piglio in apparenza diverso, ma i risultati non cambiano. Pioli tenta di rimediare inserendo Gil Dias e Simeone, e infine sostituisce Chiesa con Bruno Gaspar. Questo cambio certifica che anche il mister è entrato in confusione. La partita si conclude con un dato sconcertante: quattro tiri totali verso la rete avversaria e un solo tiro nello specchio della porta: se non è un record (negativo) poco ci manca. Della squadra compatta e grintosa, ma anche con buone giocate, che scendeva in campo per onorare la memoria del proprio Capitano non c’è stata traccia. L’unica giustificazione potrebbe essere un calo fisico dovuto ad una intensità di gioco che negli ultimi tempi era salita notevolmente, unita al turno infrasettimanale. Ma essere in riserva di energie a questo punto della stagione più che un’alibi può essere un grave difetto. Le ultime quattro partite faranno capire meglio anche questo aspetto.