Come contro il Napoli e l’Inter; alla fine arrivano tanti applausi e alla fine si contano zero punti. Restano le prestazioni e la sensazione che la Fiorentina possa davvero recitare un ruolo da protagonista in questo campionato. Poco da dire: nonostante le difficoltà del Napoli che lo scorso anno distanziò i viola di quarantacinque punti, nonostante le difficoltà dell’Inter che di punti di distanza dai viola ne mise quindici e nonostante le difficoltà della Lazio (anche lei fece quindici punti in più rispetto ai gigliati), alla fine tutte e tre le squadre sono uscite con il bottino pieno dalla gara contro gli uomini di Pioli. Poco da dire: Napoli, Inter e Lazio hanno rose più competitive, destinate a maggio, scanso cataclismi, ad albergare in una posizione di classifica più alta di quella della Fiorentina. La speranza è che una tra Roma, Lazio, Inter e Milan cada giù in maniera verticale e irreversibile, altrimenti l’unico posto per cui i viola potranno competere sarà il settimo. E’ brutale dirlo, ma dopo otto giornate il campionato lascia questo pensiero amaro e purtroppo oggettivo. La giovane Fiorentina anche ieri ha palesato i soliti problemi di realizzazione. Davanti qualcosa non funziona, ma non dobbiamo assolutamente riversare tutti i problemi su Simeone, sarebbe ingiusto e riduttivo. Pjaca non è assolutamente quello che ci aspettavamo. Il croato è un giocatore che va ad una velocità troppo bassa per impensierire le difese avversarie. Ieri la sua prestazione si racchiude in un paio di lampi: una serpentina sulla destra e un tiro dei suoi terminato troppo fuori dallo specchio dei pali, per il resto anonimato totale o quasi, un po’ come è accaduto contro l’Atalanta. Sicuramente è una questione di condizione, questione di avere più minuti sulle gambe. Magari già alla ripresa del campionato, nel match casalingo contro il Cagliari, vedremo il vero Pjaca, quello per il quale nel mercato estivo Juventus e Fiorentina si sono contese fino all’ultimo cents. Speriamo, perché Pioli ha un immenso bisogno di lui, delle sue giocate e dei suoi gol per liberare finalmente un attacco che ha un enorme difficoltà a trovare la porta. Insieme a Pjaca c’è da migliorare anche il lavoro fatto dal centrocampo, dove Gerson e Benassi stanno andando a corrente alternata e passano lunghi momenti della gara un po’ lontano dalla zona calda del gioco. Lo stesso discorso può esser fatto per Fernandes. Se sommiamo le loro tre età si arriva a sessantasette anni e di scusanti ne hanno molte, tuttavia come ha detto Pioli ieri nel dopo partita: la gioventù non deve essere un alibi. E proprio di alibi non ne deve avere nemmeno il portierino francese Lafont. Forse su di lui sono state troppe le aspettative coltivate appena approdato a Firenze. Il numero uno ha mostrato un po’ troppa disinvoltura nei disimpegni con i piedi, disinvoltura che è costata qualche bella figuraccia, si ricordi la partita con l’Inter. In più ha sciorinato alcune uscite a vuoto che hanno fatto tremare la difesa e i tifosi, si ricordi la partita con l’Atalanta e ieri su quel colpo non irresistibile di Immobile, pagato con la vittoria biancoceleste, Lafont ha molte responsabilità. Non c’è da abbattersi, tuttavia è giusto mettere in luce tutte queste cose, mettere in evidenza bicchiere della Fiorentina mezzo vuoto. Come è giusto mettere in evidenza il bicchiere viola mezzo pieno. Infatti gli uomini di Pioli da tre trasferte impossibili non sono usciti mica con le ossa rotte, anzi hanno fatto vedere sorci verdi ad Ancelotti, a Spalletti e a Simone Inzaghi. Hanno corso, lottato e sfiorato in alcune circostanze anche il colpaccio, che poteva arrivare a San Siro contro l’Inter se dopo il pareggio di Chiesa fosse arrivato il raddoppio, che poteva arrivare pure ieri se Benassi fosse stato meno istintivo su quell’occasionissima avuta sullo 0-0. Non resta altro che sperare che questa squadra cresca e che i punti possano arrivare anche in trasferta, magari con squadre più alla portata della Fiorentina. Alla ripresa del campionato ci saranno due match importantissimi. Il primo al Franchi contro il Cagliari che la passata stagione eliminò i viola dalla corsa all’Europa League e poi a Torino contro il Toro di Mazzarri, un’eurorivale che battaglierà con i gigliati per quell’agognato settimo posto.