Che Fiorentina! Gioco, gol, divertimento assicurato e una squadra che fa divertire. Il pubblico del Franchi abbandona, finalmente, divisioni di pensiero e relative contestazioni alla società e si unisce in un solo incitamento verso la squadra in maglia viola e pantaloncini neri. Quel vestito fine anni ’60 che fu dalla Fiorentina tricolore di Pesaola, Chiarugi e De Sisti, come allora, fa impazzire Firenze, una città sempre più innamorata dei suoi giovani calciatori. Il match contro la Spal era pieno di insidie. La squadra di Semplici era una brutta gatta da pelare. In questo inizio stagione aveva fatto bene ovunque e si era anche presa il lusso di battere l’Atalanta, che ieri ha fatto capire di non essere sulla via del declino, rimontando per ben due volte il Milan e strappando un punto importantissimo in chiave Europa League. Quindi i tre punti di sabato pomeriggio acquisiscono un’importanza maggiore. Oltre alla consapevolezza di avere un undici titolare molto buono, Pioli ha a disposizione delle seconde linee che potranno giocare un ruolo importante in questa stagione. Mirallas e Hancko entrati nella ripresa sono stati delle belle sorprese. Il belga nella trasferta di Marassi si era messo già in luce e nella partita contro gli emiliani si è confermato. Buona corsa e facilità di tiro sono le sue armi migliori, adesso capiremo se Pioli gli darà spazio nella complicatissima partita di domani contro l’Inter. Hancko ha sostituito degnamente l’ammonito Biraghi. Lo slovacco poteva soffrire l’emozione dell’esordio, invece sulla sinistra ha spinto, crossato e avuto delle belle intuizioni. Insomma, il ragazzo fa davvero ben sperare. Ma Non c’è tempo per gioire per questo roboante 3-0 sotto la torre di Maratona, non c’è tempo per godere della crescita di questa giovane Fiorentina. Non c’è tempo per festeggiare e commuoversi rivedendo le immagini dell’abbraccio di Chiesa col fratellino dopo il terzo gol gigliato. Domani c’è la trasferta di Milano, c’è l’Inter di Spalletti, che appare ritrovata dopo il ko casalingo contro il Parma, quando l’eurogol di Dimarco fece uscire i nerazzurri tra i fischi del Meazza. C’è voluto l’agognato ritorno in Champions per risollevare le sorti di Spalletti. La soffertissima vittoria in rimonta sul Tottenham, maturata nei minuti finali grazie alle reti di Icardi e Vecino, ha rigenerato i nerazzurri. A Marassi la squadra di Spalletti non ha solo ottenuto altri tre punti, sempre nel finale, come contro gli Inglesi. Il gol di Brozovic è arrivato al culmine di un match dove i meneghini hanno dimostrato il loro vero valore. L’Inter lotterà di sicuro fino alla fine per un posto in Champions, dopo aver abbandonato il sogno di rivaleggiare con la Juve per lo scudetto. Gli otto punti che separano i nerazzurri dai bianconeri rappresentano un gap che difficilmente verrà recuperato. Il discorso appare paradossale, visto che siamo solo a fine settembre, ma vedendo la media punti fatta dalla Juve negli ultimi anni, servirebbe una super miracolo di Spalletti per poter tornare in corsa per il tricolore. Lo scontro di domani sarà dunque la seconda prova contro una big del campionato per la compagine di Pioli. A Napoli è andata benino sotto il profilo del gioco e molto meno sotto il profilo del risultato. A Milano la Fiorentina dovrà cercare di dare continuità alle sue prestazioni e anche se non sarà facile ottenere punti nel big match, anticipo della sesta giornata di campionato, c’è il dovere di far bene e chissà che poi alla fine non possa uscir fuori una sorpresa sotto le luci di San Siro. E mi perdoni l’ennesima citazione il maestro Vecchioni.