Una vittoria sporca, polemica, brutta e non meritata. Non ricordo vittorie contro l’Atalanta in partite chiave per la storia viola che non sono state così. Dalla finale di Coppa Italia ai tempi di Batistuta fino a ieri pomeriggio. La storia è ciclica, si ripete. Ed ecco che arrivano puntuali altri tre punti soffiati alla Dea al termine di una gara dove per novantacinque minuti gli uomini di Gasperini hanno giocato meglio di quelli di Pioli. Gli orobici sono apparsi più brillanti fin dal primo minuto. Hanno preso in mano il gioco, hanno creato scompiglio con Gomez che frullava come un matto sulla destra. L’argentino ha crossato, ha concluso a rete e tra lui e il gol è mancata solo la precisione e un pizzico di fortuna. Ben per la Fiorentina che dietro si è difesa con i denti, quelli di Pezzella, quelli di Milenkovic e quelli di Hugo e che ha dovuto fare i conti con una giornata così e così di Lafont. Il portiere francese si è impappinato un paio di volte, ma una dea è stata dalla sua parte, non l’Atalanta, certo, ma quella bendata. I numi del calcio hanno voluto bene alla Fiorentina, che in un colpo solo si è ripresa i punti persi malamente a Napoli e a Milano. Al San Paolo un secondo tempo troppo rinunciatario culminò con il gol nel finale di Insigne. La Fiorentina piacque ma la classifica pianse. E ancor peggio è andata al Meazza contro l’Inter. Il rigore trasformato da Icardi per il mano di Hugo, contestatissimo, rimontato ad inizio ripresa da Chiesa. Poi una prestazione gagliarda, il gol del vantaggio sfiorato e la gara che termina con la beffa atroce del gol di D’Ambrosio proprio un attimo dopo che Chiesa era stato abbattuto in area, ma Mazzoleni aveva fatto finto di niente. Ed è un altro episodio dubbio, un fallo da rigore da rivedere mille e più volte al rallenty per capirne le sfumature, per comprendere se il tocco di Toloi sbilancia Chiesa o se il tuffo del giovanissimo viola è pura simulazione. Mettiamola così: un tocco sulla spalla in piena area con l’uomo in velocità è rigore, forse il tuffo è un po’ troppo plateale. Il rigore a termine di regolamento ci sta. Ma una domanda voglio farla: sarebbe stato concessa la punizione dagli undici metri senza il tuffo da piscina olimpionica? Anche se non lo sapremo mai, la mia risposta propende per il no. E così il tiro perfetto di Veretout ha spaccato la partita, per usare un modo dire in voga di questi tempi. E la Fiorentina da lì in poi si è chiusa a riccio, ha lottato e vacillato. Ha rischiato il tracollo. Rigoni, Toloi e Gomez sono andati ad un passo dal gol del pareggio, ma la porta di Lafont era stregata e allora negli istanti finali è arrivato il raddoppio, sempre su calcio piazzato. La punizione di Biraghi era angolata, ma non irresistibile. E Gollini l’ha respinta quella frazione dopo che fa la differenza. Il pallone aveva oltrepassato la linea bianca, perciò due a zero. E la Canzone Viola di Narciso Parigi è potuta risuonare al Franchi. E va bene anche Gasperini che ha litigato con Pioli al triplice fischio e ha terminato di incazzarsi in conferenza stampa sputando sentenze dure, troppo direi, su Chiesa. Al tecnico dell’Atalanta andrebbero fatte rivedere le immagini della gara dello scorso anno diretta da Pairetto e poi fatte ascoltare le sue dichiarazioni in sala stampa. Ma si sa la memoria degli uomini è troppo spesso corta e allora che divampi la polemica per il rigore rimasto indigesto alla Dea. Firenze non ascolti e si goda la vittoria! La Fiorentina è lì, a due punti dal Napoli.