Sicuramente ha inciso quel freddo improvviso e quel vento che ha iniziato a soffiare beffardo proprio quando le squadre stavano per scendere in campo. Sicuramente ha inciso la serata storta della difesa che è racchiusa nell’immagine del brutto scontro tra Milenkovic e Pezzella nel finale di gara. Sicuramente ha inciso il fatto che tutte le gare in casa non possono essere vinte e che a volte bisogna accontentarsi di un pareggio. E poi in fondo la classifica dice che la Fiorentina è in piena corsa per il quinto, per il sesto e per il settimo posto e vanno evitate inutili crisi depressive. Però alla fine dal Franchi si esce infreddoliti e delusi, perché la squadra di Pioli non è piaciuta tantissimo. Il tecnico in conferenza stampa parla di compattezza e di una buona gara. Tutto vero, come è pur vero che qualcosa in più in attacco va fatto, se le partite le vuoi vincere. Perché non può sempre andar bene come contro l’Atalanta, perché a volte arriva un cross e sbuca Pavoletti che pareggia. E per fortuna che poi Lafont ha salvato capre e cavoli su quel tiro di Joao Pedro, altrimenti saremmo qua a leccarci le ferite e a parlare di un probabile tracollo interno. I problemi in attacco sono evidenti. Il solo Chiesa che canta e porta la croce non può sempre bastare. Chiesa che tira in diagonale e la palla che esce di un soffio, Chiesa che fa la serpentina e calcia, ma Cragno para, Barella scalcia Chiesa in area e viene concesso il rigore, Chiesa che colpisce al volo e Cragno vola a mandare in corner. Tutto Chiesa, solo Chiesa. E il resto? Simeone sembra sbagliare le cose più semplici. Due soli palloni giocabili e due inceppamenti stile carta nella fotocopiatrice. La media gol dell’argentino inizia a preoccupare, due soli gol in nove partite, sono un bottino non magro, magrissimo. Ma purtroppo i dolori aumentano se analizziamo il rendimento di Pjaca. Il croato doveva fare la differenza, segnare e creare spazi davanti, ma per il momento non si è visto niente di tutto questo. E purtroppo anche Mirallas nella ripresa non ha fatto meglio. Molte ombre anche per il belga, del quale per il momento ci ricordiamo un bel tiro contro la Samp e una bella galoppata contro l’Atalanta conclusasi con una vana richiesta di calcio di rigore. Il match contro gli uomini di Maran, arcigni e ordinati, come da previsione, ha portato a galla tutte le difficoltà di un reparto offensivo che non ha trovato la sua identità. Sabato sarà il giorno di una sfida molto importante. Contro il Torino si farà sul serio per l’Europa. Una gara da non sbagliare assolutamente. Poi al Franchi arriverà la Roma. Un test molto complicato contro una squadra che spesso e volentieri a Firenze fa man bassa. Alla luce di tutto questo i rammarichi per la mancata vittoria contro i sardi aumentano, ma è inutile piangere sul latte versato, c’è solo da continuare a lavorare duro e da ritrovare i gol e le prestazioni di Pjaca e Simeone.