Pezzella, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha ricordato:
“A inizio campionato nessuno credeva in noi. Anche la piazza era fredda. Invece abbiamo lottato fino all’ultimo per un posto in Europa. Ed è solo l’inizio di una nuova storia”.
La Fiorentina è riuscita a compattarsi nel momento più duro della sua stagione, ovvero quando è stata chiamata ad affrontare il lutto per la tragica morte di Astori: “La tragedia di Davide ci ha lasciato grandi insegnamenti. Siamo diventati una famiglia, un gruppo unito in modo fantastica. Se restano i migliori e arrivano 2 o 3 pedine importanti il prossimo anno nelle Coppe ci andiamo di sicuro. Però devono arrivare giocatori giusti. Devono essere uomini veri prima ancora che grandi calciatori. La Fiorentina non deve perdere la sua anima, quella che ci ha permesso di battere squadre più forti. Il grande regalo che ci ha lasciato in eredità Davide”.
Pezzella non ha dubbi sul fatto che Federico Chiesa, uno dei giocatori più ambiti della Serie A, non lascerà Firenze nel corso dell’estate:
“E perché dovrebbe andar via? L’anno prossimo Fede e il Cholito saranno una delle coppie gol regine del campionato. Devono solo imparare a conoscersi meglio. A volte capita che Chiesa fa un movimento per preparare il cross mentre Simeone si aspetta da lui una finta a rientrare. Ci vuole un po’ di tempo. Sono due talenti dalla faccia pulita, due ragazzi leali e generosi. Presto si troveranno a occhi chiusi”.
Il difensore argentino è approdato a Firenze con la formula del prestito con diritto di riscatto. Su quello che sarà il suo futuro non sembrano esserci dubbi, visto che la Fiorentina è pronta a versare nelle casse del Betis i 9 o 10 milioni necessari per rendere il trasferimento definitivo:
“Non chiedo di meglio. Quando sono arrivato in prestito dal Betis avevo come obiettivo di trasformare quel contratto in una cessione a titolo definitivo. La Fiorentina può diventare una squadra capace di vincere e conquistare simpatie. Sarà importante conservare questa compattezza tra i Della Valle, i dirigenti, Pioli, la squadra e i tifosi. Ho sempre lavorato in città dove c’erano una o più squadre di calcio. Qui hanno tutti in testa solo il viola. Passione allo stato puro. Ed è emozionante lavorare in questo clima”.