Di Francesco Russo
Tre punti di rabbia, tre punti di forza, tre punti di cuore. La Fiorentina è gagliarda, vince di misura con un eurogol di Benassi e conquista la seconda vittoria su due partite giocate. Miglior modo possibile per arrivare alla sosta non c’era. Se Pioli attendeva conferme dopo il roboante successo contro il Chievo, le avute tutte. Forse era proprio la partita che il tecnico emiliano voleva, la gara ideale per verificare quanto la prima spumeggiante prestazione non fosse stata solo un fuoco di paglia. Un match tiratissimo contro un avversario tosto, che ha giocato duro e sporco fin dai primi minuti. Velazquez veniva da due gare con punti, il pareggio di Parma in rimonta dopo essere stato sotto di due gol e la vittoria casalinga contro la Samp, che alla prima a Marassi ha sotterrato il Napoli di Carletto Ancelotti con un perentorio 3-0. L’Udinese quindi era un avversario in salute e lo si è visto al Franchi. Non è stato facile per la Fiorentina venire a capo di una partita che sin dal primo quarto d’ora è apparsa complicatissima. Spazi al limite dell’area si vedevano col contagocce. Chiesa era l’unico che sembrava avere quel guizzo in più per creare superiorità. Nel primo tempo il golden boy ha sfiorato la segnatura e nella ripresa ha estratto dal cilindro un pallone diabolico per il destro di Benassi che al volo di controbalzo ha trovato un diagonale perfetto che ha fatto esplodere il Franchi. Mancava poco più di un quarto d’ora alla fine, ma che fatica per arrivare fin lì, fino a quell’abbraccio sotto la tribuna tra Pioli, Benassi e Chiesa. In quel groviglio di gioia, che poi ha unito parte della squadra e dei tifosi, è raccolta tutta la fatica, tutta la rabbia, tutta la sofferenza di un pomeriggio tanto esaltante quanto tormentato al Campo di Marte. Non era facile trovare la via d’uscita nel labirinto costruito dai friulani. Il primo tempo, scivolato via senza grandi sussulti, ha fatto registrare tre buone occasioni e basta per i gigliati: un diagonale altissimo di Biraghi, un bel destro di Chiesa respinto da Scuffet e una rasoiata di Gerson terminata di poco al lato. E i bianconeri non erano certo restati a guardare, perché, appena si apriva uno spiraglio di luce a centrocampo, ripartivano alla caccia del bersaglio grosso sopratutto con quel De Paul, che durante il mercato era stato accostato più volte ai viola. Ma è nei secondi quarantacinque minuti che si è vista in campo non di certo la migliore Fiorentina, ma quella più convinta, che ha cercato e voluto il gol con tutta la forza possibile. Pioli ha capito che trovare la soluzione del rebus disegnato da Velazquez non era un gioco da ragazzi. Così ha gettato nella mischia Pjaca che si è messo là davanti a duellare e a dare il suo contributo di corsa e di idee. Simeone, Biraghi e Gerson hanno sfiorato la rete, ma la loro determinazione non faceva rima con precisione. Ma la stessa determinazione è stata premiata con lo sfondamento del bunker friulano al minuto settantaquattro, quando Chiesa e Benassi hanno pennellato il gol da tre punti. Poi La Fiorentina ha saputo combattere, non ha perso la testa e ha continuato a lavorare sodo fino al novantesimo per raggiungere un solo obiettivo: la vittoria. E questa è arrivata. Firenze può festeggiare e la curva dimentica anche la contestazione, solo abbozzata a fine partita. Ora c’è da godersi la sosta, le partite della Nazionalde del cittì Mancini che si è potuto gustare in un solo colpo le prodezze dei tre viola convocati per le prossime partite della Nazionale contro Polonia e Portogallo: Chiesa, Benassi e Biraghi. Inizia la nuova Nations League e al rientro il calendario metterà a dura i viola, che nel giro di due settimane giocheranno cinque partite impegnative: Napoli al San Paolo, Sampdoria a Marassi, Spal al Franchi, Inter al Meazza e infine Atalanta nuovamente al Franchi.