Di Francesco Russo
La Fiorentina perde la prima partita dell’anno a Napoli. Un gol di Insigne nel finale regala tre punti agli uomini di Ancelotti al termine di una gara dove il pareggio era sicuramente il risultato più giusto. La squadra gigliato ha giocato una gara più che discreta, ma parliamoci chiaro, poteva essere fatto qualcosa in più. Perché, alla fine, la Fiorentina ha giocato molto meglio dello scorso anno al San Paolo e a differenza di allora, quando finì 0-0, è uscita dal campo con zero punti. Questione di centimetri, una marcatura fatta male, quella di Pezzella su Insigne, un tiro velenoso, quello della punta napoletana, e la frittata è fatta. Una rete quasi sui titoli di coda in un San Paolo semideserto, quando ormai la Fiorentina sembrava avere il match sotto controllo, dopo aver giocato ottanta e rotti minuti all’altezza di una squadra che lo scorso anno è arrivata seconda, totalizzando la bellezza di ben novantuno punti, che non sono proprio briciole. Ed è proprio lì che i rammarichi aumentano, perché la differenza tra azzurri e viola (ieri in maglia rossa) l’ha fatta solo la voglia di segnare e quindi quella di vincere. La squadra è piaciuta, è mancato Simeone, chiuso nella morsa di Koulibaly, è mancata vivacità davanti, dove nessuno è mai riuscito ad impensierire Karnezis, eccezion fatta per un paio di tiri fuori di un nulla, uno di Eysseric e l’altro di Chiesa. Perciò il Napoli alla fine ha avuto solo più voglia di vincere e lo ha saputo fare quando la Fiorentina ha perso a centrocampo i suoi punti di riferimento Veretout e Gerson, sostituiti probabilmente per l’ovvio turnover in vista della partita di Marassi di mercoledì. Fino a alla mezz’ora del secondo tempo Ancelotti era stato incastrato dal giovane collega Pioli. Il tecnico reggiano si dimenava in panchina lamentandosi con i suoi per passaggi sbagliati e palloni poco precisi. Poi per sua fortuna Insigne ha estratto dal cilindro un mezzo colpo che ha battuto l’ottimo Dragowski. Ed è per quello che il buon Carletto ha baciato il suo giocatore quando è uscito dal campo. Era come se lo volesse ringraziare, era come se gli volesse dire: “menomale che c’eri tu, perché sennò oggi finiva male”. I “pischelli” di Pioli hanno solo pagato quell’esperienza che non hanno e che invece posseggono gente come Insigne, Mertens, Milik e il resto della banda azzurra. E così resta quella spina in gola che non se ne vuole andare, quella sensazione nata tra il primo e il secondo tempo, una sensazione che sottovoce suggeriva: “questa partita la Fiorentina la può vincere”. Il sorriso di Pioli davanti ai microfoni di Sky esprime questo pensiero. E’ un sorriso agrodolce, forse perché anche lui aveva percepito quella ‘sensazione’. Tuttavia la crescita della sua squadra è evidente e forse partite come queste con qualche anno in più sul curicculm vitae non si sarebbero perse. Adesso mercoledì a Marassi contro la Samp arriva un altro bel test, non più semplice di quello di ieri pomeriggio al San Paolo, anzi impegnativo e pieno di insidie. E per fortuna che si torna in campo subito, perché tutti abbiamo voglia di vedere questa Fiorentina giovane e bella che come tutti i giovani deve solo credere di più in se stessa.