Luca Baccolini, giornalista di “La Repubblica” e autore di vari libri sul Bologna tra cui “Il Bologna dalla A alla Z” (Newton Compton Editori), è intervenuto ai microfoni di FirenzeViolaSuperSportLive soffermandosi in particolare sui due grandi ex di domenica prossima ovvero Stefano Pioli e Pantaleo Corvino:
“Affrontare la Fiorentina di Stefano Pioli e Pantaleo Corvino rappresenta un tuffo nei ricordi per chi tifa Bologna”.
“Dopo Guidolin” – prosegue Baccolini – “nel nuovo secolo Pioli è stato l’allenatore che ha ottenuto il maggior numero di punti, 51, in una stagione e l’unico ad arrivare nella parte sinistra della classifica. Con Pantaleo Corvino abbiamo iniziato a Bologna a pensare in grande perché non era mai successo che una campagna estiva di mercato coincidesse con la spesa di 40 milioni di euro, era quello che serviva per rifondare un Bologna che aveva appena guadagnato la Serie A proprio grazie al semestre di Corvino che accettò di ripartire dalla Serie B, era il gennaio del 2015”.
In entrambi i casi, però, la loro avventura non è durata molto.
“Sì, il problema è che è durata poco sia l’esperienza di Corvino che quella di Pioli rispetto a quello che si sperava. Pioli è stato licenziato nel gennaio del 2014 dopo due anni e mezzo sostanzialmente di ottimi risultati, 51 punti nel primo anno, 44 nel secondo; era salvo quando fu licenziato in favore di Davide Ballardini, quella era una squadra che non se la passava bene e che sarebbe retrocessa in malo modo”.
Che ricordi hanno lasciato a Bologna?
“Hanno lasciato entrambi buoni ricordi a titolo diverso. Pioli perché ha avuto e valorizzato una squadra con Diamanti, Ramirez, Perez, Mudingayi, Di Vaio, Gabbiadini. Quanto a Corvino ha lasciato molti rimpianti, perché ha fatto intravedere tutte le potenzialità del suo mercato, ha portato Diawara venduto al Napoli per 13 milioni quindi ha valorizzato un giocatore pagato poco più di 400000 euro; ha comprato Pulgar, uno dei registi più importanti della sua generazione; ha portato anche tanti giocatori che ancora non si sono espressi, forse il suo peccato capitale ovviamente di concerto con la società che ne ha avallato l’acquisto è stato Mattia Destro che è costato 10 milioni e non ha reso quanto si sperava. Insomma luci e ombre di due uomini che hanno fatto la storia recente del Bologna e che verranno visti e salutati da Joey Saputo, il patron canadese che dal 2014 regge le sorti della società, ha investito 130 milioni in quattro anni, ha voluto fortemente Corvino per iniziare il suo progetto sportivo ma poi lo ha abbandonato in favore di Riccardo Bigon, un cambio di filosofia molto evidente per la differenza dei caratteri e il modo di lavorare nella società”.