Un anno dopo il ricordo non si è disperso in banalità e retorica. La memoria è presente, viva e già questo dimostra come allora non si trattasse della salita sul carro del dolore per il bisogno di apparire ma di un sentimento più profondo, autentico.
I genitori di Davide, Anna e Renato, hanno lasciato una lettera in cui tra l’altro scrivono che “Davide non è un ricordo: Davide è una PRESENZA. Davide è vicino a noi ogni istante. Lo vediamo nella nostra splendida nipotina Vittoria, un piccolo miracolo che ci fa trovare il coraggio di lottare contro la tristezza ogni giorno”. L’affetto familiare sopra ogni altro, naturalmente, ma ciò che sorprende piacevolmente è quanto accade nel mondo del calcio, invaso da logiche economiche e individualiste e sciacalli da web, dove si continuano a registrare moti spontanei di affetto siano messaggi sui social o lacrime dopo avere messo il pallone fuori al 13’ minuto. Non solo, quindi, da parte della società Fiorentina, innegabilmente la più colpita per la perdita del proprio Capitano, ma da tante altre delegazioni del calcio ritrovatesi, come la scuola calcio di San Pellegrino, come gli ex viola Badelj e Saponara, alla messa in ricordo di Davide Astori a San Pellegrino Terme appunto, in provincia di Bergamo, dove è sepolto. “Capitano è chi fa germogliare la propria vita e il proprio albero, dando frutti” – ha detto il sacerdote nell’omelia, aggiungendo di “trasfigurare la ferita in feritoia da cui fare entrare luce. Ferite che sono e rimarranno aperte ma possono essere affrontate scorgendo uno squarcio di luce. Perché Davide, non più vivo accanto a noi, è vivo dentro ciascuno di noi”.
Martedì 12 marzo ci sarà la commemorazione a Firenze alla chiesa di San Lorenzo.