La Fiorentina è ancora agganciata al treno per l’Europa (per la soddisfazione che può valere per i tifosi, che sicuramente ambiscono ad altro, ma che rimane negli obiettivi dichiarati della Società). L’Inter è a 3 punti di distanza (dietro) e il Milan ad un solo punto (davanti – in realtà 2 per gli scontri diretti a lui favorevoli) e mancano ancora 2 partite.
Non sono tra quelli che ci crede o ci ha creduto, ma il dato di fatto è che la squadra è ancora in corsa, nonostante le formazioni bislacche di Paulo Sousa (ieri quando ha inserito 3 giocatori nel loro ruolo ha cambiato la partita) e nonostante la Curva Fiesole, che ieri ha dato una pessima immagine di sé.
Faccio parte di una generazione che ha sostenuto, mentre erano in campo, squadre con Zagano e Gola perché portavano la maglia viola e poi, dopo la fine della partita, andava sotto la Tribuna a contestare la Società per le scelte infelici e spesso suicide che ci condannavano a stagioni di continua sofferenza e, in qualche caso, alla retrocessione. Ma durante la partita il tifo non mancava mai, a prescindere. perché onoriamo la maglia, noi per primi.
Ieri invece mi ha fatto male sentire il coro “Vinceremo il tricolor…” dopo il terzo gol della Fiorentina, quasi ad irridere la nostra squadra, la nostra storia, a rimpiangere un successo che toglieva loro lo strumento dello contestazione.
Ho aspettato fino alle 20,30 sotto la Tribuna ma nessuno della Curva Fiesole si è presentato per continuare a contestare i Della Valle (Della Valle vattene, oheo, Della Valle vattene…): Leonardo Petri (cominciamo a fare nomi e cognomi) ha detto che la Fiesole ci ha messo la faccia. Per la l’ha definitivamente persa!
Percepisco e non comprendo un incomprensibile gioco al massacro, al tanto peggio tanto meglio, al quale non mi voglio accodare. Ho detto la settimana scorsa che Andrea ha sbagliato a prendersela contro la contestazione dei tifosi a Sassuolo, dopo che lui stesso si è fatto infamare da procuratori vari (Badelj e Salah), dall’allenatore portoghese (e non solo da lui) da oltre un anno, da giocatori, arbitri eccetera, e con la stessa tranquillità sostengo oggi che la Curva Fiesole ha sbagliato.
Il troppo amore spesso sconfina (e le cronache sono piene di notizie di questo tipo) nel femminicidio e non voglio che per una sorta di passione tradita si uccida l’oggetto della passione.
La Fiorentina ha 5 punti meno dell’anno scorso (ma ce ne sono ancora 6 a disposizione), ha fallito in Coppa Italia e clamorosamente in Europa League, ma ha battuto Juventus, Roma, Lazio e Inter. La Società ha compiuto errori giganteschi (soprattutto di comunicazione e di mercato, il cui principale responsabile è Corvino, stranamente unico soggetto non contestato dalla tifoseria) e deve necessariamente rimediare con un restyling della struttura societaria (più spazio a Salica e Antognoni, meno a Cognini e Rogh) e con un impegno economico adeguato all’obiettivo dichiarato, che è e resta il quinto posto. Chi vuole qualcosa di più si accomodi da un’altra parte, con o senza i Della Valle.
La stagione è deludente, ricca di amarezza e oggetto, giustamente, di contestazioni nei confronti di tutti, Società, allenatore e giocatori: ma da qui allo scontro frontale con una Società che comunque ha sempre garantito una posizione ad immediato ridosso delle grandi (quinto – ottavo posto) mi sembra sproporzionato e suicida.
Che dovrebbero fare i tifosi di Genova, di Bologna, di Torino sponda granata o di Sassuolo, per non parlare degli altri che numericamente sono comunque al pari della Fiorentina in termini di bacino di utenza, trofei vinti e dimensione calcistica ?
Mi piacerebbe poter remare tutti nella stessa direzione, ma occorrono dei paletti insuperabili: la Società deve battere il pugno sul tavolo quando un suo allenatore o giocatore esce dalle righe, quando un arbitro compie un errore reiterato, quando la Federazione danneggia, politicamente ed economicamente, la squadra. La Curva e la tifoseria intera (non esiste una Maratona bianconera, fatevene una ragione) facciano i tifosi e sostengano la squadra per i 90 minuti di gioco. Dopo, chi vuole, può contestare sotto la Tribuna e dire e fare quello che crede: ma durante no. E’ un atteggiamento suicida.
E non ne abbiamo proprio bisogno.