La svedese Stéphanie Öhrström, brava e frizzante portiere della Fiorentina Women’s, ha scritto e pubblicato un libro per bambini sul calcio femminile dal titolo «Elisa e Bella Francavilla» (Corrado Tedeschi Editore) per mettere insieme le sue due passioni, quella per il calcio e quella per la scrittura, e per sensibilizzare tutti sulla genuinità del calcio femminile. Noi, per saperne di più, l’abbiamo intervistata proprio sulla sua opera.
Stéphanie, come è nata in lei l’idea di scrivere un libro per bambini sul calcio femminile?
«Qualche anno fa, in Svezia, la giornalista Anja Gatu scrisse dei racconti su alcune protagoniste del calcio svedese, giocatrici della Nazionale. Ma nessuno aveva mai pensato di scrivere un libro per bambini. Così mi sono detta: se nessuno l’ha mai scritto in Svezia, dove la realtà del movimento del calcio femminile è molto avanti, figuriamoci se c’ha pensato qualcuno in Italia. L’ho fatto io. Anche se non è stato semplice. Dopo un po’ di tempo che avevo iniziato, la vergogna ha preso il sopravvento su di me, insieme alla paura. Così ho messo tutto in un cassetto. Ho pensato di non farcela a finire il mio libro. Ma un giorno ho pensato che non potevo lasciare nel mio computer quella storia. Così, l’ho finita ed eccola qui. Adesso è diventata un libro».
È la storia di Elisa…
«Sì. La storia di Elisa dimostra che il calcio non è uno sport riservato solo agli uomini. Elisa è una bambina che non desidera altro che giocare a calcio. Solo che la sua famiglia, come accade spesso, è convinta che quello del pallone sia un gioco non adatto alle femmine. Che sia uno sport maschio e, in certi casi, violento. Anche la sorella le dice di non comportarsi come un maschiaccio. Elisa non capisce cosa vuol dire, perché alle ragazze non può piacere il calcio? Per questo decide di inseguire il suo sogno e, insieme ad un’amica, proverà a realizzarlo».
Qual è il ruolo di Elisa nel libro?
«Quello di portiere, ma giuro che questo libro non è un’autobiografia. Avevo iniziato cucendole addosso un altro ruolo, però mi veniva più naturale scrivere di un ruolo a me vicino».
Ha già avuto modo di ricevere dei complimenti da persone che hanno già letto il suo libro?
«Sì, sono contenta perché qualcuno mi ha scritto per farmi i complimenti. E anche i commenti che ho letto fino ad ora, sono tutti positivi».
Chi o cos’è Bella Francavilla?
«Lo scoprirete leggendo, non posso svelare tutto…».
Ci sono dei disegni nel libro…
«Sì. Sono sincera, all’inizio non sapevo come muovermi per far sì che questo libro fosse accompagnato da immagini, da disegni. Ho cercato dappertutto la persona giusta. Poi ho conosciuto una ragazza che disegna sui social. Mi è piaciuto il suo stile e così le ho chiesto se poteva darmi una mano. Si chiama Federica Bonatesta».
Ha già in mente di scrivere altri libri?
«Mi è sempre piaciuto. In Svezia l’ho fatto per qualche sito. Scrivevo di calcio, ovviamente. Ma mai mi ero cimentata nella stesura di un libro. E nonostante la vergogna e un po’ di indecisione, l’ho finito. Adesso sono felice di vedere pubblicato questo mio libro per bambini, ma allo stesso tempo impaurita da quello che gli altri possono pensare. Però sono orgogliosa. È il mio esordio da autrice e devo dire che quando ho preso tra le mani la prima copia, mi sono emozionata. E allora, perché no? Potrei fare il bis. Questa esperienza mi è piaciuta e potrei pensare al seguito della storia di Elisa».
E questa sera, Stéphanie Öhrström presenterà il suo libro a Empoli, nella splendida cornice del Cenacolo degli Agostiniani (ore 21, ingresso libero).