Ecco le parole di mister Antonio Cincotta al termine della bella gara della sua Fiorentina contro l’Inter, finita 4-0 per le gigliate.
«Le mie calciatrici hanno giocato una partita di altissimo livello contro un club blasonato che, non ci dimentichiamo, ha investito tanto nel calcio femminile. Dunque faccio i complimenti alle mie calciatrici perché questi risultati non sono scontati, ma sono frutto dell’applicazione delle mie ragazze. E io sono molto orgoglioso di loro».
Se la sente di suggerire al ct Bertolini di chiamare in Nazionale Tatiana Bonetti?
«Credo che Tatiana non abbia bisogno di referenze perché dimostra in campo il suo valore. Al contempo l’allenatrice della Nazionale non ha bisogno di suggerimenti perché il suo percorso come allenatrice è incredibile, sa quello che fa. Per cui, ogni scelta tecnica è sempre opinabile, io ho Tatiana nella mia squadra e da me è un punto fisso».
Finisce un 2019 bellissimo per il calcio femminile. C’è qualcosa in particolare che chiede all’anno nuovo?
«Abbiamo fatto una stagione di altissimo livello e sono davvero orgoglioso. Voglio ringraziare il mio club, perché stare così in alto è difficile, serve tanta organizzazione, serve tutto. L’unico rammarico che ho è aver giocato la finale di Coppa Italia senza farla nostra. È stato bello esserci arrivato, ma averla toccata e non averla presa, per come sono fatto io, per come siamo fatti noi non è bello. E anche aver giocato la Supercoppa in un momento così difficile: il rammarico è che quel trofeo l’avrei voluto giocare con l’infermeria almeno al 50% invece era full. Ma questo è il calcio. Nei momenti difficili, a volte le squadre sprofondano e non trovano più la via per risorgere, per vedere l’azzurro che c’è sopra le nuvole. Invece le mie ragazze le nuvole le hanno spostate e si sono riprese quello che meritano. Sono piovute tante critiche appena qualcosa non andava. Critiche che c’hanno fortificato e perché davanti a questa aggressività da parte di qualcuno nei confronti di qualche prestazione non serena, noi ci siamo ripresi e abbiamo dimostrato a tutti che siamo quello che vedere. Poi nel calcio qualche volta puoi perdere. E per quanto riguarda il 2020, la società vuole essere competitiva, credo che Rocco Commisso e Joe Barone abbiamo parlato chiaramente di quello che vogliono per il calcio femminile e io sono umilmente a disposizione».
Torno un attimo su Tatiana Bonetti, che oggi ha compiuto 28 anni ed è nel pieno della sua maturità calcistica. La domanda è: può ancora crescere?
«Tatiana si sta allenando ad altissimo livello. Io e Tatiana siamo arrivati insieme alla Fiorentina quattro anni fa. E la percentuale di allenamenti di Bonetti tra l’inizio e la fine è completamente diversa a vantaggio della calciatrice. Ha acquisito intensità e più costanza nella pratica. Ha rinforzato tutto quello che è il suo corpo, quelle che erano le criticità. Quindi Tatiana, se continua a lavorare così, con questa costanza, credo che possa ancora alzare la sua asticella. Può ancora crescere e noi la stiamo accompagnando. Sono, siamo molto fieri di lei».
Una domanda sull’approvazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità approvato dalla Commissione di Bilancio al Senato e che apre le porte al professionismo delle atlete. Che ne pensa?
«L’emendamento è un primo passo. Un assiste che hanno fornito a livello legale alle Federazioni e ora le Federazioni devono decidere se poter raccogliere questo assist e trasformarlo in un gol oppure no. Intanto il fatto che un piccolo passo avanti si sia fatto è un qualcosa che ci teniamo stretti. Sono dodici anni che alleno nel calcio femminile e ho vinto in tutti i campionati, dalla serie C alle B alla A2 alla A. Tutto. Dopo tutto questo percorso ti guardi allo specchio e sei ancora un dilettante. Quando le responsabilità sono alte. Le piazze sono incandescenti. A questo punto credo che un passo avanti sia necessario, prima di tutto per le calciatrici, poi per tutti quelli che lavorano in questo mondo, perché senza mai essere scappati lo abbiamo aiutato a crescere».
Lei è ottimista?
«Sì, io sono sempre ottimista e voglio credere che se ne farà un altro di passo avanti».