Commisso a Monteboro dopo Empoli-Fiorentina femminile: “Brave ragazze. Ora voglio vincere a Torino”
«Prima di andare a Torino sono voluto venire a vedere le ragazze, che hanno disputato una bellissima partita. Per me il progetto del calcio femminile è importantissimo. Una settimana fa ho perso tre partite, speriamo di iniziare a vincere qualcosa adesso. Per ora, in questi giorni, abbiamo battuto il Cittadella in Coppa Italia e l’Empoli Ladies con la Fiorentina femminile. Speriamo di vincere anche a Torino». È con queste parole che il presidente della Fiorentina Rocco Commisso commenta la vittoria della sua squadra femminile sull’Empoli Ladies.
Lui che era presente a Monteboro per seguire la squadra ed è stato accolto con grande piacere da tutti i presenti (avversari compresi, in tanti si sono fatti un selfie con lui). Lui che sta investendo sulla Fiorentina a 360°. Lui che ritiene il calcio femminile importante tanto quello maschile.
Poi, sulla distanza della Fiorentina Women’s dalla Juventus e dalla vetta della classifica, dice: «Penso che ci sia sempre tempo. Il campionato di calcio femminile è composto da 22 gare, se se ne perdono una o due non si può recuperare tanto facilmente . La Juve ha una grandissima squadra, ma anche noi».
Prima del match, il presidente Commisso, a Empoli insieme alla moglie e al direttore generale viola Joe Barone, ha incontrato il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi e ha visitato il centro sportivo azzurro di Monteboro: «L’accoglienza a Empoli è stata delle migliori, sono stati tutti bravi, anche il presidente Corsi. Mi vogliono tutti bene, anche a Empoli». Avendo visitato il centro sportivo di Monteboro, non poteva non parlare del centro sportivo viola che nascerà a Bagno a Ripoli:«Faremo il centro sportivo più bello d’Italia, ve lo assicuro. Poi qualcuno potrà farlo anche più bello del nostro, ma prima lo faccio io. Sempre se me lo fanno fare».
Dopo, ha fatto gli auguri a tutti, ha salutato le sue ragazze ed è andato via. Consapevole che domani sarà un’altra giornata intensa per lui, a Torino, prima di tornare in America.
Fotografie di Giacomo Morini
