Le parole dei protagonisti alla fine della Supercoppa italiana, vinta dalla Juventus che ha battuto la Fiorentina Women’s per 2 a 0 allo stadio Manuzzi di Cesena.
Mister Antonio Cincotta si appella agli infortuni: «La squadra per giocare bene come sempre è stata abituata a fare, ha bisogno di attaccare bene e per attaccare bene, è necessario che le pedine del reparto offensivo che sono in rosa siano in condizioni di poter fare bene. Oggi, per cause di forza maggiore, abbiamo dovuto schierare un attacco atipico. Quando hai Clelland fuori, Mauro che fino alla fine abbiamo provato a mettere dal primo minuto ma che non ha i novanta minuti nelle gambe, quindi quando la formazione non è quella che vuoi fare ma quella imposta dalle circostanze, e quando hai davanti un grande avversario come la Juve, puoi andare in difficoltà. Osare di più? Non avevamo le giocatrici per osare di più». E continua: «La Fiorentina nel primo tempo ha giocato male, abbiamo avuto grande difficoltà di palleggio, abbiamo commesso tanti errori tecnici che solitamente non commettiamo, lì davanti non siamo riuscite ad essere pericolose. E quando non sei pericoloso, subisci. Ma nella ripresa, con le sostituzioni, abbiamo reagito. Abbiamo preso campo, abbiamo provato ad attaccare. Non abbiamo trovato il gol». Poi un rammarico: «Mi è dispiaciuto non regalare a Rocco Commisso il suo primo trofeo. Fa tanto per noi, avremmo voluto dedicare a lui la vittoria, però ci siamo scontrati con un momento delicato a livello sanitario, contro un avversario importante e forte, e queste due circostanze insieme hanno reso la giornata molto complessa». Una giornata complessa che ha visto la Fiorentina giocare non come è abituata a fare: «La squadra – continua Cincotta – per giocare bene come sempre è stata abituata a fare, ha bisogno di attaccare bene e per attaccare bene, è necessario che le pedine del reparto offensivo che sono in rosa siano in condizioni di poter fare bene. Oggi, per cause di forza maggiore, abbiamo dovuto schierare un attacco atipico. Quando hai Clelland fuori, Mauro che fino alla fine abbiamo provato a mettere dal primo minuto ma che non ha i novanta minuti nelle gambe, quindi quando la formazione non è quella che vuoi fare ma quella imposta dalle circostanze, e quando hai davanti un grande avversario come la Juve, puoi andare in difficoltà. Osare di più? Non avevamo le giocatrici per osare di più».
Per Stephanie Ohrstrom la Fiorentina è stata poco audace: «Loro hanno quel coraggio che a noi manca. Noi abbiamo una squadra fortissima, qualità in ogni reparto, ma in queste partite serve più coraggio. Più grinta. Serve credere in noi stesse. In allenamento andiamo alla grande, poi arriviamo a questi appuntamenti e qualcosa manca. Siamo forti, ma dobbiamo crederci di più».