Alla vigilia della gara di ritorno dei quarti di Coppa Italia contro l’Inter che si giocherà al Franchi alle 12.30, il tecnico della Fiorentina femminile Antonio Cincotta presenta la sfida, tornando anche al match di una settimana fa vinta dalle viola con il Napoli: «Mi sono soffermato tantissimo nel fare i complimenti alle ragazze, perché contro il Napoli sono state molto intelligenti, nel giocare una tipologia di calcio molto lontana da quello che sappiamo fare. Però sono state efficaci, nessuno poteva aspettarsi una gara su un manto impossibile, le ragazze sono state molto fredde, lucide e capaci di attuare una vera metamorfosi tattica. Per cui mi sono soffermato su questa capacità di saper essere le persone giuste al momento giusto». Poi passa all’Inter: «È una gara difficile. È una gara che è nata difficile, perché abbiamo avuto un atteggiamento sbagliato nella sfida di Milano. Ma internamente ci siamo detti che comunque, nella gara di andata, qualche calciatrice avrebbe necessitato di riposare, di avere un turno fuori, soprattutto nella zona nevralgica del campo, ma noi in questo momento, da due mese, ci siamo compattate a livello mentale su questa decimazione che ci ha colpiti, ma allo stesso tempo non avevamo la possibilità di far rifiatare chi aveva bisogno. Quindi qualche attenuante per quella sconfitta, dovuta alla stanchezza pregressa c’era. Ma noi non siamo persone che usano gli alibi. Siamo persone che guardano avanti, che sanno accettare la realtà con fermezza, con disciplina, con eleganza e oggi c’è da pensare a ribaltare quello che è accaduto. E per farlo serve una squadra che abbia calma, competenza, coraggio».
E ancora: «L’Inter ha cambiato molto nelle ultime partite, ha un organico importante e in questo momento può godere di molte pedine, noi stiamo vivendo la situazione opposta da ormai due mesi. Per cui non sappiamo quale undici potranno scendere, sappiamo che avranno la possibilità di pescare a livello fisico e atletico da pedine che hanno riposato e che sono al 100% . Noi viviamo un’emergenza che comunque abbiamo imparato a gestire e che ha unito molto le anime dello spogliatoio. Non sappiamo cosa faranno loro, ma questo non è importante. Quello che è importante, per noi, è sapere cosa vogliamo fare noi. E con le ragazze ci siamo detti: ricordiamoci chi siamo, cosa stiamo vivendo insieme da due mesi, a quanto questo ci ha reso più forti, più uniti, più consapevoli». Infine sul fatto di giocare al Franchi: «Il Franchi è sempre un vantaggio. Solo calpestare l’erba ti fa capire quanto grato tu debba essere e all’occasione che hai di indossare i colori viola e di poterlo fare in questa cornice. Inoltre il Franchi è sempre stata per noi un’arma straordinaria, soprattutto quando colmo e carico di gente ha esploso la sua gioia e ci ha spinto nelle difficoltà. Oggi questo manca e per noi manca un gran pezzo, perché siamo un tutt’uno con la tifoseria. Però c’è anche un’altra cosa che ci dobbiamo ricordare e che dobbiamo tenere stretta: giochiamo in uno stadio che è tutto viola, nella nostra città. Per cui questa volta, rispetto alla sfida di Milano, ho veramente chiesto alle ragazze di tirare fuori quell’ardore agonistiche che si era visto in Champions League qui al Franchi, che si è visto a Praga, che si è visto in Supercoppa. E dimenticare la fatica, cercando di compensarla con questo fuori viola che deve venir fuori a tutti i costi».