Dopo anni di dominio viola e bianconero, con la Fiorentina femminile e la Juventus Women che si sono contese tutti i trofei in palio da anni (campionato, Coppa Italia e Supercoppa italiana), quest’anno il calcio femminile ha cambiato interpreti. Milan e Roma hanno dimostrato di essere le antagoniste della Juve campione d’Italia e si sono contese la finale di Coppa Italia. Una finale inedita vinta ai rigori dalla Roma di Betty Bavagnoli…
Un fine settimana emiliano da incorniciare: dopo il titolo nel Campionato Primavera, la Roma femminile fa sua anche la Coppa Italia TIMVISION, battendo nella finale di Reggio Emilia il Milan ai calci di rigore. Per le giallorosse si tratta del primo titolo a livello di prima squadra.
Un successo arrivato al termine di 120 minuti di una battaglia serrata ma leale contro le rossonere di Maurizio Ganz, in un match caratterizzato dal grande equilibrio, avaro di grandi occasioni da rete ma che per tutta la sua durata ha vissuto di intensità e di adrenalina. È la vittoria di Betty Bavagnoli, l’allenatrice vincitrice della Panchina d’oro nel 2020, che in finale ha schierato in campo ben cinque giocatrici italiane under 25; ed è il successo di una società che solo ieri aveva centrato il secondo titolo Primavera consecutivo, nella finale di Sassuolo contro la Juventus.
La partita. Non sono trascorsi nemmeno trenta secondi sul cronometro e sui piedi di Dowie capita già la prima grande occasione del match: su invito di Giacinti, l’inglese prova a sorprendere Ceasar da fuori area, ma il suo tocco morbido è impreciso.
Nonostante l’elevata posta in gioco, i ritmi di gioco sono alti, anche se le occasioni da rete stentano ad arrivare. Il 4-2-3-1 disegnato da Betty Bavagnoli è più manovriero per sua natura, mentre il Milan punge soprattutto nelle ripartenze, attaccando la profondità alle spalle della linea difensiva avversaria con le sue attaccanti. Con il passare dei minuti le giallorosse aumentano l’intensità della propria manovra sfruttando maggiormente la propria catena di sinistra, ma al 21’ è dalla destra, da uno spunto personale di Thomas, che la Roma costruisce la sua prima vera occasione, reclamando un rigore per un contatto tra la francese e Tucceri Cimini; Marotta – che questa stagione è entrata nella storia per essere stata la prima direttrice di gara ad aver arbitrato una gara di Serie B maschile – lascia correre. Al minuto 28 torna a far parlare di sé il Milan, con Jane pescata ottimamente da Bergamaschi, ma la conclusione della rossonera è troppo centrale per impensierire seriamente Ceasar. È di fatto l’ultima azione offensiva degna di nota di un primo tempo avaro di vere occasioni da gol, chiuso a reti bianche, ma che non ha fatto mancare l’intensità sul rettangolo di gioco.
La ripresa inizia sulla stessa falsa riga della prima frazione di gioco, con la Roma a mantenere più il possesso palla e il Milan a cercare occasioni in contropiede. Nelle fasi di ripartenza le ragazze di Ganz giocano sempre a cercare l’imbucata alle spalle della linea difensiva giallorossa e proprio su un filtrante di Boquete (54’) in direzione di Giacinti, l’attaccante della Nazionale – ormai a tu per tu con il portiere della Roma – viene fermata dalla bandierina della guardalinee, nonostante la posizione di partenza sembrasse regolare. È l’episodio che dà una scossa alle rossonere, adesso più intraprendenti e più pericolose della Roma. In un paio di occasioni Dowie manca il tempo giusto della giocata, sprecando delle ottime potenziali occasioni da rete, mentre con il passare dei minuti Boquete prende sempre più in mano le redini del centrocampo rossonero, dando ampi saggi della propria bravura con il pallone tra i piedi. In pieno recupero, il siluro di Bernauer dai trenta metri, alto di poco sopra la traversa della porta difesa da Korenciova, chiude i tempi regolamentari.
I supplementari si aprono con un intervento provvidenziale di Swaby, che per questione di centimetri salva in scivolata la propria porta e spedisce in curva un assist di Mauri, anziché nella propria rete; sull’angolo seguente Ceasar è quindi salvata dalla traversa, sulla parabola maliziosa di Ticceri Cimini. Il Milan sembra avere più energie nell’overtime e anche i cambi – su tutte Claudia Mauri – sembrano dare maggiore vitalità all’undici di Maurizio Ganz. Nel secondo tempo supplementare le squadre si allungano e concedono quelle occasioni che erano mancate per oltre cento minuti: entrambe le squadre avrebbero le chance per chiudere qui la contesa, ma i calci di rigore sono il giusto epilogo di una partita dove l’equilibrio ha regnato sovrano.
Ai tiri dal dischetto le rossonere peccano di imprecisione, fallendo tre tiri su quattro. Ceasar neutralizza le conclusioni di Boquete e Grimshaw, e il palo respinge il tiro di Ticceri Cimini. Bernauer è fredda quanto basta dagli undici metri e manda le giallorosse in Paradiso: la Coppa Italia è della Roma.