La Fiorentina a cui vogliamo bene è tanto imperfetta da ritrovarsi alla ventiseiesima giornata di campionato decima in classifica a cinque punti dalla Europa League e con la prospettiva di ospitare domenica prossima al “Franchi” la Lazio che ha rifilato tre gol alla Roma.
La Fiorentina a cui auguriamo ogni bene si ritrova aggrappata alla Coppa Italia, la cui semifinale di ritorno in programma il prossimo 24 aprile la vedrà, però, partire da un 3 a 3 casalingo che la pone nell’obbligo di giocare per vincere. Senza se e senza ma.
A Bergamo contro l’Atalanta, come nella partita appena giocata, in cui i viola, dopo essere passati in vantaggio con Muriel in avvio, hanno perso 3 a 1, con il rischio di naufragare ma tenuti a galla dal cuore solido del collettivo e da Federico Chiesa in crescita esponenziale su tutto e su tutti. Sul pubblico che lo fischia, sugli avversari che lo picchiano a cui risponde restando in piedi, sui compagni non al suo livello tecnico, su un allenatore avversario a cui vorrebbe tanto rispondere sul campo ma a cui non riesce, perlomeno in questa gara, a fare male sportivamente come avrebbe meritato.
Ecco, partendo proprio dalla traversa e dalle altre funamboliche percussioni di Chiesa, l’intima speranza del tifoso viola è che la sorte, avversa in questa gara verso le conclusioni in porta di Federico, sia viceversa favorevole nella partita che più conta.
Verso la fine di aprile, quando i giochi in campionato per l’accesso all’Europa League saranno forse più chiari e l’Atalanta, società ottimamente strutturata che, come si usa dire, ‘sa fare calcio’, sarà forse un po’ stanca e meno intensa nei suoi uomini migliori, quegli Ilicic (ex avvelenato ma dolce nelle sue lacrime al 13’ per Astori) e Gomez apparsi imprendibili; ecco, allora sarà forse possibile ribaltare il pronostico, nel segno di Federico Chiesa. Per non rendere fallimentare la stagione della Fiorentina per la terza volta consecutiva fuori dall’Europa.