Firenze- E’ la Fiorentina delle tre scimmiette: non vedo, non parlo, non sento. Di settimana in settimana scoppia un caso dopo l’altro. Protagonisti il mercato, il rinnovo del direttore sportivo, il futuro dell’allenatore, superfluo continuare. La lista è lunga. L’ultima querelle ha il nome e cognome dell’ex capitano viola Manuel Pasqual (ignoto anche il motivo per cui gli sono stati tolti i gradi). Pasqual non è un giocatore qualunque. E’ quello con la maggior anzianità di servizio, ha giocato in viola la bellezza di 356 partite, ha sempre avuto una condotta irreprensibile in campo e una vita da vero professionista fuori.
Da un po’ di tempo si accomoda in panchina. Penso che non gli faccia piacere ma questo non lo ha aizzato a fare polemica con allenatore o società. Comportamento corretto, da persona seria, come dovrebbe essere, obietterà qualcuno. Sì, è vero. Come dovrebbe essere. Ma nel calcio milionario pieno di giocatori, magari anche scarsi, che alzano la cresta (e non solo quella impomatata), che antepongono il proprio tornaconto a quello del gruppo, che si esibiscono in sceneggiate da telenovela, la “normale serietà” di Pasqual è un valore che va riconosciuto.
Io non ho ancora capito se la Fiorentina lo considera ormai un esubero. Anche solo come esempio per i giovani io lo terrei, ma la società non deve ascoltare me. Però qualcosa dovrebbe dire. Il rispetto si deve a tutti. A Pasqual, per ciò che ha dato alla maglia viola e per come si è sempre comportato, ancor di più. Dare la sensazione di volersene disfare come un cappotto usurato, senza un minimo di spiegazione a lui e ai tifosi, non fa onore alla Fiorentina. Non vedo, non parlo, non sento. E poi i Della Valle si chiedono perché il legame con Firenze ancora non decolla.