Lo spettacolare saliscendi tra Fiorentina e Sampdoria è una scarica di adrenalina per cuori forti. Il 3 a 3 conferma come la gioia del tifoso viola sia sempre, o quasi, di breve durata. Se pensiamo al primo tempo, va dal 34’ – il gol di Muriel che apre all’istante le porte a un immediato futuro di rinnovate ambizioni – al 38’ quando si tramuta in preoccupazione per l’espulsione di Edimilson Fernandes, fino al 44’ quando l’imparabile punizione di Ramirez, palo interno e palla in rete, riporta il punteggio in parità e alle contestazioni rivolte al direttore di gara per le decisioni prese. L’inevitabile cambio di Simeone con Dabo a inizio ripresa rende la Fiorentina meno sbilanciata e comunque vogliosa, nonostante l’inferiorità numerica, di prendere i tre punti. Uno slalom di Muriel non è finalizzato al meglio da Chiesa, prima della corsa solitaria del colombiano che lo porta al raddoppio. Di questa partita rimarrà, e speriamo di molte altre, la capacità di Muriel di far sembrare facile ciò che non lo è, con la corsa naturalmente leggera di chi è nato con la palla al piede, caratteristiche che riconciliano con il gioco del calcio. Come già accaduto nel primo tempo, però, la gioia del tifoso viola è fugace. In quattro minuti il sempreverde Quagliarella capovolge il risultato. È finita? Macché. Ci pensa Pezzella, con la rabbia del Capitano, a ristabilire un pareggio alla fine sicuramente risultato più giusto.