Calcio: Domenica il Sunday-Lunch-match”: ma è già polemica innescata…
UN “SUNDAY-LUNCH” CARICO DI POLEMICA:” CARO PRESIDENTE
FABRIZIO CORSI, LE SPIEGO PERCHÉ I PREZZI ALTI NON FANNO DI
EMPOLI-FIORENTINA UN DERBY “.
Saranno solo al massimo 1500 i tifosi viola presenti in Curva …
Un fermo immagine dall’Artemio Franchi della gara dell’andata terminata 2-2 e la Tribuna ospiti
Firenze- Peccato….Forse stavolta il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi non ha tutti i torti.
E’ vero, se la Fiorentina fosse stata prima in classifica i tifosi viola avrebbero fatto buon viso a cattivo gioco ed accettato di pagare una pensioncina sgangherata come un hotel a quattro stelle.
Una corsa scudetto varrebbe questo ed altro. Tuttavia con la sua affermazione Corsi ha fatto un clamoroso autogol. I tifosi viola avrebbero riempito le artigianali tribune del Castellani anche
nel caso la partita fosse stata particolarmente sentita, ovvero come un derby. Se domenica
non accadrà è proprio perché Empoli-Fiorentina è un derby solo nella testa di chi vorrebbe crearlo
artificialmente al duplice scopo di attrarre spettatori e, soprattutto, brillare di luce riflessa.
Derby è un termine mutuato dall’Inghilterra e relativo ad una competizione ippica di grande
rilievo.
Il calcio nostrano lo ha adottato per sottolineare partite particolarmente sentite dai tifosi.
Regole codificate per classificare una partita come derby non ne esistono, ma è ovvio che lo
scontro fra due compagini di una stessa città merita oggettivamente questo
appellativo. Però si può andare oltre. C’è il “derby d’Italia” tra Juve e Inter, due squadre
che raccolgono oltre
il 50% dei tifosi e che spesso sono in lizza fra loro per il titolo. Si possono accettare derby extra regionali come quello dell’Appennino tra Fiorentina e Bologna, squadre con pari blasone
e città di simili dimensioni. Via libera anche per derby nella stessa regione come quelli tra
Atalanta e Brescia o Catania e Palermo. In quest’ultimo caso alla rivalità calcistica si
affianca quella per la supremazia regionale, indipendentemente da quale sia il capoluogo
stabilitoper legge.
Arrivando in Toscana sono derby doc Pisa-Livorno, Massese-Carrarese, Prato-Pistoiese.
Insomma i requisiti perché una partita possa fregiarsi del termine derby devono essere: o una consolidata rivalità calcistica (quindi fra società con curriculum simile); oppure una contrapposizione alimentata almeno dalla storia (la Toscana dei comuni).
Soprattutto il derby lo certifica il sentire comune dei tifosi, e non certo da una sola parte.
Ecco, mi dispiace per il presidente Corsi e l’entourage azzurro, che da qualche anno tentano di sollevare polemiche con Firenze e la Fiorentina per accreditarsi come autentici rivali, ma la partita di domenica è tutto fuorché un derby per mancanza assoluta di requisiti. E alzare il prezzo dei biglietti non servirà a comprare il titolo, come faceva un tempo chi cercava improbabili quarti di nobiltà.
Aggiungiamo noi..: in questo caso contribuirà solo a veder giocare “questo tipo di Derby” in uno
Stadio dagli ampi vuoti (evitabilissimi), senza quel “tifo genuino” che ha sempre contraddistinto,
senza mai far verificare nessun incidente, a potersi gustare una gran bella partita.
Con l’impossibilità anche di fare un incasso “da grande partita”per le casse azzurre
cosa che non avrebbe assolutamente “guastato”…crediamo di poter asserire.