Gaia Naldini è riuscita ieri a compiere un’impresa titanica: riuscire a completare la traversata più bella e difficile al mondo e allo stesso tempo promuovere una raccolta fondi da devolvere alla fondazione IEO-CCM attraverso l’iniziativa promossa dall’Istituto Europeo di Oncologia per gli studi scientifici e la lotta contro i tumori!
Più volte campionessa italiana, vincitrice del titolo mondiale a Perth nel 1998 nella 25 km a squadre e del titolo europeo nel 1997, oggi nuotatrice master e allenatrice di grande successo della Nuotatori Genovesi, la toscana ha completato la Capri – Napoli in solitaria e con un tempo niente male, 8h 59’20”, considerato soprattutto che nell’ultima parte di gara ha dovuto nuotare contro corrente.
L’occasione è stata utile a realizzare la reunion con il suo fido allenatore dei tempi della Nazionale, Filippo Tassara (nella foto a destra), e supportata anche dall’organizzazione della Eventualmente Eventi & Comunicazione di Luciano Cotena, la 43enne ha completato la traversata di 36 chilometri, quelli che separano Le Ondine Beach Club di Marina Grande a Capri dallo specchio d’acqua antistante il Circolo Canottieri Napoli, dove, come accaduto per la gara dei professionisti lo scorso 9 settembre, è stato posto il check di arrivo al quale hanno assistito in tanti dalla terrazza della società partenopea.
La traversata è nata da un’iniziativa che rientra in una serie di attività promosse dall’associazione americana Water World Swin che, in vista di una collaborazione ancora più forte con gli organizzatori della Maratona del Golfo, ha chiesto di organizzare la traversata, legata a doppio filo a un programma di raccolta fondi da devolvere a progetti per la lotta contro i tumori, coinvolgendo Gaia Naldini che ha accettato con grande passione anche perché, come dichiarato prima della partenza, ha rappresentato un omaggio alla mamma Anna, scomparsa di recente a causa della malattia del secolo.
Se ti chiedessi di descrivere con poche parole questa tua esperienza, cosa mi diresti?
“Sono un po’ stanchina come diceva Forrest Gump, ma contenta! È stata una gara faticosa ma bellissima; la Capri – Napoli è un sogno per tutti i nuotatori di Acque Libere, un sogno che si realizza”
Mi racconti come è stata per te la giornata di ieri? Iniziamo da quando ti sei svegliata al mattino, cosa hai pensato, come ti sei sentita?
“La prima cosa che ho pensato ieri è stata che forse mi ero spinta un po’ oltre le mie possibilità e che volevo fare una cosa troppo più grande di me. Quando venti anni fa ero in nazionale, facevo al massimo 25 chilometri e non ho mai fatto gare così lunghe, quindi a 40 anni e con un braccio in meno a causa di un infortunio subito pochi giorni fa, quale dubbio mi è venuto, però ci ho provato ugualmente”
Come ti sei sentita con l’avvicinarsi dell’inizio della traversata?
“Molto tesa perché in qualsiasi competizione non sono mai stata una che prende le cose alla leggera, ma io dico sempre che il tormento è l’estasi e anche il bello della competizione”
Come è stata la gara nelle sue varie fasi?
“Sono partita piano per non forzare il braccio, è stata una gara molto bella con il cielo plumbeo come piace a me per gareggiare, perché non fa molto caldo. È stato bellissimo gareggiare in mezzo al mare con i traghetti e le navi porta container che navigano non lontano da te: ho avvertito una sensazione strana, quasi di irrealtà, come se stessi nuotando in un mondo parallelo a quello reale. Ci sono stati anche dei delfini nel tratto finale che però personalmente non sono riuscita a vedere. Gli ultimi chilometri sono stati veramente molto faticosi, perché speravamo che entrasse il vento di Maestrale e abbiamo seguito una rotta per poterlo avere di spalle e invece ho fatto l’ultimo tratto con il mare contro che dopo 25 chilometri non è facilissimo. Filippo poi barava sui chilometri che mancavano e mi ha fatto partire troppo presto per l’ultimo strappo, ma ero preparata ad affrontare questo tipo di fatica. Dolore al braccio non ne ho accusato e quindi alla fine posso dire di essere andata bene”
Cosa hai provato all’arrivo?
“Arrivare a toccare lo striscione di arrivo e sentire la sirena che sancisce il taglio del traguardo è stata una bellissima emozione. Poi al Circolo Canottieri mi hanno preparato una bella sorpresa perché sono stati in tanti quelli che hanno atteso il mio arrivo ed essendo una gara in solitaria non mi aspettavo quel pubblico”
Che riflessioni hai fatto poi a freddo?
“Sono contenta di aver fatto questa cosa per lo scopo principale per cui l’ho fatto, per mia mamma e anche per me. Ho fatto una cosa difficile che prima di partire non ero sicura di poter portare a termine. È un periodo difficile della mia vita, ma torno a casa contenta e soddisfatta”