Con la terza vittoria di Elia Viviani, in volata, battuto ancora una volta Peter Sagan che non ha conquistato nessuna tappa, si è conclusa a Madrid la Vuelta di Spagna, che ha incoronato leader della classifica generale il gallese Simon Yates, che è il quinto britannico a vincere consecutivamente gli ultimi cinque grandi Giri negli ultimi due anni. Quest’anno Giro a Froome, Tour a Thomas.
Yates, dopo i grandi exploit nelle prime due settimane del Giro d’Italia era crollato sul finale della corsa rosa. Stavolta ha fatto tesoro di quell’esperienza, ha dosato le forze nelle prime due settimane ed ha accelerato e spinto forte soprattutto nelle ultime tappe di montagna dell’ultima settimana e ha così sbaragliato la concorrenza. Ultimo a resistere lo spagnolo Valverde.
L’Italia ha conquistato quattro tappe. Oltre alle tre in volata di Viviani c’è l’impresa del friulano De Marchi, dopo una fuga dalla lunga gittata.
È stata una Vuelta che si è giocata molto in chiave preparazione al Mondiale di Innsbruck del prossimo 30 settembre, uno dei più duri della storia con i suoi oltre 5000 metri di dislivello per 260 km.
Vincenzo Nibali, dopo la caduta al Tour il 19 luglio per colpa di uno spettatore e la vertebra fratturata, si era sottoposto tra l’altro a una operazione di vetebroplastica che gli ha permesso di essere al via della corsa spagnola. L’ha utilizzata per trovare la condizione, è stato anche protagonista di lunghe “trenate”, ha provato a scardinare le carte ma gli è sempre mancato il colpo del ko, forse non solo per scelta strategica, ma anche perchè gli sono “mancate le gambe”. A questi livelli non si possono concedere troppi giorni di allenamento in più agli avversari. Vedremo se in questi giorni che separano dal Mondiale riuscirà a migliorare la condizione e potrà essere leader nella nazionale di Cassani, oppure giocare un ruolo di supporto. Ma per chi? Per lo stesso De Marchi o per il giovane e controverso talento Moscon, che ha dato prova di efficienza avendo vinto nel fine settimana la Coppa Agostoni? Gara dove tra l’altro Giovanni Visconti, il siciliano che vive a San Baronto e ormai toscano d’adozione, ha forato nel momento decisivo. Anche lui è in corsa per il Mondiale.
Discorso a parte pe Fabio Aru. Il sardo, inutile girarci intorno, deve ritrovare sè stesso. Dopo la debacle al Giro si era preso una pausa di 15 giorni, aveva riscontrato delle intolleranze alimentari e si diceva pronto a una rinascita. L’asfalto della Spagna l’ha ricacciato indietro, nonostante una tenacia e una grinta encomiabili confermate giorno dopo giorno.
E così il Mondiale che sembrava cucito addosso alla Nazionale italiana ora si fa, letteralmente… in salita. Il Ct Cassani dovrà inventarsi qualcosa, qualcosa di veramente fuori dagli schemi per provare a portarlo a casa.