Game, set, match! La Fiorentina-Next Gen, per continuare a restare nell’ambito tennistico, segna sei gol all’esordio e conquista i primi tre punti della stagione. Tutto bene o quasi per i giovanotti di Pioli, che al debutto infarciscono il Franchi di gol e fanno divertire il pubblico di Firenze. I viola dunque fanno man bassa, entrano in campo e cominciano a pestare sull’acceleratore. Trovano il gol con un missile di Milenkovic sul quale il povero Seculin davvero non poteva fare niente e raddoppiano prima del riposo con Gerson, lesto a ribattere in rete dopo un mischione da far west in area veneta. Ma nel mezzo c’è stato il Chievo. Sì, perché gli uomini di D’Anna, hanno messo in difficoltà la Fiorentina dal minuto otto al minuto quarantadue, quindi per una mezz’ora abbondante i gialloblu sono stati in partita. Ed è da qui che bisogna analizzare quel “quasi” che annacqua un po’ il “tutto bene” della serata magica del Campo di Marte. Un po’ di cose da rivedere dietro ci sono. L’azione che ha portato al colpo di testa di Stepinski, un pallone che poteva valere il pareggio, e qualche incertezza di troppo del numero uno Lafont. Il francesino che aveva impressionato nel precampionato ieri è apparso timido alla prima davanti ai suoi tifosi. Ci sta. La giovane età e l’esordio in Serie A possono giocare brutti scherzi e già da domenica prossima l’augurio è di vederlo tra i pali con maggior sicurezza. Fermiamoci qua sui lati meno positivi di una serata indimenticabile, magari aggiungeremo qualcosina alla fine, che non riguarda però il calcio giocato. La Fiorentina festeggia i novantadue anni (anche se il compleanno è il 29 agosto) nel miglior modo possibile, mettendo in mostra quasi tutto il suo arsenale di “pischelli” rampanti. I tifosi viola si stropicciano gli occhi vedendo la facilità di passo e di inserimento di Gerson e la concretezza di Fernandez, che manco si sarebbe sognato di scendere in campo titolare, dopo che era arrivato senza troppi squilli di tromba dal West Ham, e di uscire dal Franchi tra gli applausi scroscianti; guardano incuriositi Norgaard che entra nella ripresa, proprio al posto di Fernandez, e se la cava egregiamente; ammirano nel finale la classe pura di Pjaca, che potrebbe davvero diventare l’asso nella manica per Pioli; applaudono i ragazzi dello scorso anno, tutti maturati, da Biraghi che sulla fascia corre e crossa a Benassi, autore di due reti, fino a Chiesa e Simeone, entrambi finiti sul tabellino dei marcatori. E, soprattutto, i tifosi viola si commuovono, quando lo speaker a fine della lettura delle formazioni, annuncia come dodicesimo titolare il numero 13, il capitano, Davide Astori. A Firenze adesso si torna a immaginare una nuova “grandeur”, fatta di garra, di voglia di fare, di lotta e soprattutto di giovinezza. Vedremo dove potrà arrivare questa Fiorentina, che ha la rosa più giovane della Serie A e vedremo se questo gruppo davvero emulerà, almeno in parte, quello che sul finire degli anni ’60 terminò il suo percorso conquistando il secondo scudetto della storia gigliata. Per il momento in riva all’Arno si gustano questi primi sei gol e questi primi tre punti, poi, se saranno rose fioriranno. Infine, purtroppo, non possiamo non mettere in luce una piccola nota stonata della notte contro il Chievo. Sì, perché la contestazione a oltranza di parte della Curva, sta diventando un leitmotiv abbastanza antipatico. Esprimere la propria opinione è legittimo, lo ha fatto la parte del tifo anti Della Valle e lo ha fatto l’altra parte di stadio che ha subissato di fischi i contestatori. Ma tutto questo bailamme quanto giova agli undici in campo? Forse sarebbe meglio sprecare quelle energie per sostenere i ragazzi in maglia viola e in panta nero, no? Magari la guerra dei decibel tra dellavalliani e antidellavalliani andrebbe anticipata nel prepartita o posticipata dopo il triplice fischio finale. Solo un’idea. Tutto qua.