Berti Simone da Peretola, classe 1985, cestista.
Siena, Cecina, Cantù, Napoli, Biella, Cassino, Brindisi, Pistoia, Bergamo e da un anno Fiorentina Basket; il resto si sa, o per lo meno ci si può documentare facilmente effettuando una ricerca anche sulle pagine del nostro sito.
Partecipa alla trasmissione televisiva curata dalla redazione di “FirenzeViolaSuperSport” e lo fa in modo estremamente disinvolto, parlando di sé senza remore; le mani abituate al ruvido della palla ora sembrano incollate al tavolo ora si agitano accompagnando il suo racconto. Ascolta la prima domanda, ma poi non è altro che la lettura delle sue dichiarazioni rilasciate a Agosto 2017 quando arrivò alla Fiorentina Basket. Nell’articolo si legge che da 17 anni mancava dalla sua Città ed è stato siglato un accordo di durata biennale con opzione per il terzo. Mi hanno cercato – dichiarava un anno fa – mi sono sentito fortemente desiderato e fondamentale per questo progetto.
“Beh, parliamo comunque – ci spiega – di un periodo ricco d’aspettative per la stagione da affrontare tornando a casa dopo anni di, come dire, vagabondaggio sportivo, chiamiamolo così. Esperienze belle che mi hanno permesso di crescere, di conoscere tante situazioni e differenti realtà, ma a un certo momento ho sentito il desiderio di avvicinarmi a casa, alla mia Città. Il progetto della Fiorentina Basket mi ha convinto da subito. Sinceramente è stato un anno fantastico, al di sopra degli obiettivi prefissati e mi ha reso orgoglioso essere capitano a Firenze. La grossa fortuna della squadra è stata trovare una chimica speciale, un’alchimia con il pubblico che ha riempito sempre il palazzetto di San Marcellino. L’obiettivo per la prossima stagione – ci confida – è quello di continuare nel progetto di crescita per arrivare un giorno in Serie A, e vorrei arrivarci da capitano con tutta la squadra, però ci sono degli step da affrontare per riuscire ad essere competitivi al massimo”.
Incalzano le domande senza punto interrogativo: dopo aver militato in lungo e in largo per l’Italia, adesso sei Capitano con la C aspirata nel regno dei criticoni e polemici per eccellenza.
“So come sono, come siamo noi fiorentini – sorride – un ci va ma’bene nulla, però quest’anno non ci sono stati episodi tali da far scaturire polemica. Siamo stati davvero bravi, e la nostra forza è stato il pubblico di San Marcellino: vedere tutti quei tifosi ad ogni partita ci ha motivato moltissimo.
Il punto interrogativo arriva. Chi è stata l’ultima persona ad averti detto in vernacolo “Oh hapitano” dandoti una pacca sulla spalla?
“E’ successo proprio ieri sera (5 Luglio ndr), quando siamo andati alla cena dei tifosi. Pensare al percorso di crescita e ritrovarci tutti insieme, noi e loro, mi ha fatto capre d’aver costruito qualcosa di importante riavvicinando tante persone al nostro sport e soprattutto facendole innamorare della nostra maglia. E poi per me è doppiamente emozionante – ci dice – sono a casa mia, gioco a Basket che è lo sport più bello, e sono il capitano della squadra della mia Firenze”. Poi apre le mani a ventaglio allargando le braccia davanti alla telecamera, come per dire, più di così…
Domanda secca. Com’era il piccolo Simone Berti col pallone ruvido.
“Ho cominciato a giocare prestissimo perché il Basket era una tradizione di famiglia, mio padre allenava e mia madre giocava. Nutro un amore viscerale per il mio sport, per questo sport così affascinante soprattutto per i valori che sa trasmettere ad ogni bambino o ragazzo quando assiste a una partita. Il mio sport è schietto, diretto, e estremamente fruibile da chiunque. E sopratutto nella formazione sportiva dei ragazzi, il Basket meriterebbe una maggiore valorizzazione”.
Berti Simone da Peretola, classe 1985. Cestista e grande capitano.