La Croazia di Dalic ha trovato in Ante Rebic un perfetto complemento dei suoi talenti di centrocampo, un giocatore di spada e di fioretto. Sa scambiarsi con Perisic, sa supportare Mandzukic. E sa andare in gol. La Fiorentina lo aveva scovato, ma ha scommesso poco su di lui in tre stagioni: poche presenze, pochi minuti giocati, pochi gol. Due prestiti e quindi la cessione, anzi il “regalo” all’Eintracht Francoforte. Il club tedesco ha investito sul croato due milioni di euro tra prestito e riscatto. E ora, stando alle ultime di mercato, potrebbe incassarne trenta dall’Everton. Di questi, dieci andrebbero al club viola che si è assicurato il 30% sulla futura rivendita all’atto della cessione di un anno fa. I soldi sono importanti per le casse societarie, ma un giocatore del genere farebbe la fortuna di tanti allenatori, sicuramente di Pioli.
I viola probabilmente lo hanno sottovalutato, ma è anche vero che il gigante croato ha cambiato pelle negli anni. La svolta dopo l’approdo all’Eintracht. Due buone stagioni, una crescita esponenziale, oggi è titolare di una nazionale che giocherà i quarti di finale del Mondiale. Rebic ha cambiato registro, ma la Fiorentina avrebbe potuto fare qualcosa di più per esaltare le qualità del calciatore? Bisogna anche dire che il campionato italiano non esalta troppo le doti di giocatori che amano la progressione, tanto tatticismo e spazi ristretti con le difese, soprattutto quelle delle squadre che lottano per la salvezza, che si schierano con almeno 8 calciatori dietro la linea della palla. C’è poi il discorso dell’impazienza con i giovani per cui in Serie A un 21enne-22enne come il Rebic del 2015 è considerato ancora acerbo, e viene sacrificato in nome dell’esperienza di altri elementi. Comunque i precedenti illustri, di giocatori sottovalutati, conforta un po’ la società gigliata. Roberto Carlos, Vieira, Henry, ma anche Coutinho ed Aubameyang.
C’è anche da ricordare che Rebic arrivò nel 2013 a Firenze, aveva appena vent’anni. E si ritrovò catapultato in una piazza che esaltava i vari Gomez, Joaquin, Ilicic. Quattro presenze e un gol nella stagione 2013/2014, con Montella che non concesse molto spazio all’ex attaccante della Fiorentina. Rebic cercò minuti di gioco prima a Lipsia poi a Verona, senza troppe gioie, dato che nelle due esperienze in prestito collezionò 20 presenze.
Adesso Rebic è esploso, un giocatore dalle brucianti accelerazioni, ma anche di grande sacrificio. Nel calcio moderno non c’è più posto per chi sa solo attaccare. Per un croato lasciato volare via, forse ce n’è un altro che a Firenze potrebbe arrivare e riscattarsi. Si chiama Marko Pjaca e anche lui arriva dalla Bundesliga.