Marco Bellinazzo, giornalista per Il Sole 24 ore, ha parlato a FoxSports.it della situazione in casa rossonera, dove il Milan attende la decisione della UEFA dopo la non concessione del settlement agreement. Bellinazzo ha parlato in maniera approfondita, sottolineando che l’organo calcistico europeo dovrebbe fare chiarezza, perché con Elliott ci sarebbe la copertura e quindi l’esclusione del Milan dalle Coppe andrebbe motivata: “Se andiamo a guardare quello che è l’assetto normativo del Fair Play Finanziario questo tipo di valutazioni vanno oltre quelle che sono le regole attuali, tant’è che per il caso Milan la UEFA le ha modificate rispetto a quelle in uso fino al 1° giugno 2018. Le regole del Fair Play Finanziario si concentrano su quello che è il rendimento economico del club, le entrate e le uscite per dirla banalmente. La valutazione su quella che è la solidità economica e l’affidabilità della proprietà è una valutazione che nel settlement agreement non dovrebbe essere presa in considerazione. Nel settlement agreement vengono infatti valutati una serie di parametri. Il più semplice è quello legato al conto economico, cioè al fatto che un club può avere un deficit di massimo 30 milioni. Il Milan nel triennio considerato, che attiene alla gestione Fininvest, lo ha fatto di oltre 150, quindi va indubbiamente sanzionato”.
“L’esclusione dalle coppe – prosegue Bellinazzo – rappresenta però qualcosa di forte e non giustificato dalle attuali regole del Fair Play Finanziario, e cioè le regole con cui il Milan deve essere valutato. In passato, attenendosi ai parametri economici, si è passati sopra a situazioni più gravi: l’Inter, che ha avuto il settlement nel 2015, aveva un deficit più alto a quello che ha il Milan attualmente. C’è un solo parametro con cui la UEFA, con le vecchie normative, potrebbe giustificare l’esclusione del Milan dall’Europa, ed è il parametro della continuità aziendale a cui si fa riferimento nel comunicato con cui è stato negato il settlement agreement. La commissione ha espresso dubbi sul rifinanziamento di Elliott, ma il problema sorge se andiamo a guardare il quadro del rapporto tra la proprietà cinese e il fondo Elliott. Elliott garantisce assolutamente questa continuità, avendo poi tutta la libertà di andare a vendere a un altro acquirente. Questa è una valutazione che attiene alla libertà di impresa e il motivo per cui, giustamente, la UEFA non ha concesso il voluntary agreement. Se non ci fosse stato Elliott il discorso cambiava, ma Elliott c’è e con lui la copertura economica. A meno che la UEFA non abbia riscontri che questa copertura non c’è, che le cose non stiano come ci sono state raccontate. Ma se le cose stanno così la commissione non deve fare riferimento genericamente all’indebitamento o alla continuità aziendale. Deve spiegare tutto, altrimenti manca di trasparenza. Se metti una società come il Milan fuori dalle coppe, provocando un danno al movimento calcistico italiano, lo devi motivare. Non si possono cambiare le regole mentre si sta svolgendo un processo, è incompatibile con qualsiasi principio giuridico a livello italiano ed europeo. A meno che la UEFA non abbia prove e elementi che noi non conosciamo, ma quel punto andrebbero motivati: perché un’azienda deve essere costretta a rinegoziare un tasso d’interesse peggiorativo tre mesi prima? Se le cose stanno così lo fa il 30 settembre, se il debito scade a ottobre, per pagare meno interessi. Rientra nella libertà d’impresa. Con questi criteri uno non doveva neanche essere in grado di comprarlo, il Milan. Ma se guardiamo al settlement, cioè a quello che accade adesso, la UEFA sta andando oltre quelli che sono i suoi parametri causando un danno all’AC Milan e al calcio italiano. Se poi ha elementi per sostenere che Li è un truffatore, che il rapporto con Elliott è poco chiaro al punto da non garantire continuità aziendale allora è giusta l’esclusione, ma lo dica in maniera esplicita. Dove a suo tempo non sono arrivate le autorità italiane arrivino quelle europee, ma lo dicano chiaramente e non facendo riferimento a parametri che non giustificano questi provvedimenti“.