Calcio: la più brutta Dominica di sempre per i colori viola
IL PAESE REALE E IL FANCIULLO CHE MUORE dI Alessandro “Coppins” Coppini e da tutta la Redazione
Firenze- La notizia delle morte di Davide Astori mi/ci coglie in coda mentre sto aspettando di votare . Almeno nel mio seggio la coda è lunga e le operazioni lentissime. Il motivo principale è la procedura anti- brogli: il solito vecchio discorso sui giusti che pagano per i peccatori. Tra i votanti l’atmosfera è quella di tutti i giorni: ci sono sempre colpe da dare e teste da scuotere. Obbligatorio ripetersi: nel vivere quotidiano, nel paese reale, ci sono un rancore diffuso e una insoddisfazione strisciante. Il calcio, come molte altre passioni, dovrebbe essere uno spazio nel quale ritrovare un pò di leggerezza, una dimensione giocosa che faccia vivere il fanciullo che è in ognuno di noi. Ma da tanto tempo, anche il tifo è diventato solo contrapposizione piccata anche fra tifosi delle stessa squadra, come succede proprio a Firenze, e perciò il fanciullo idealmente muore. Per noi tifosi il Capitano è veramente uno di famiglia, il simbolo più evidente dell’identificazione con la squadra. Lo era a maggior ragione una persona pulita e sorridente come Astori. Perciò è grande e sincero il dispiacere . Poi, per un senso di giustizia e per non cadere nella retorica, bisogna pensare che ogni giorno, ogni ora accadono tragedie simili che toccano persone “normali”, che non finiscono in prima pagina. Per tutto questo il modo migliore di ricordare il Capitano, sarebbe quello di recuperare quell’atteggiamento giocoso e da bambini, che fa stare bene insieme le persone anche se avversari. E che fa battere ancora il cuore per una passione.