Doping ai Giochi 2012, condanne durissime per gli ex medici FidalDue anni a Fiorella e Fischetto 9 mesi alla Bottiglieri: e Schwarzer allora ???
Secondo la sentenza tutti e tre erano a conoscenza dell’uso di sostanze dopanti da parte di Alex Schwazer, ma non hanno denunciato i fatti.
Roma- Che schifo…!!! Che vergogna…!! Ecco “tre condanne da 1° Pagina Questi 3 “personaggini” sapevano ed hanno taciuto. E non hanno fatto nulla per impedire che Alex Schwazer si dopasse prima delle Olimpiadi di Londra 2012. E adesso, a sei anni dai fatti, il tribunale di Bolzano per bocca della giudice Carla Scheide, ha stabilito che il loro comportamento era colpevole quanto il doping dell’atleta. Favoreggiamento del doping: così i due medici della Fidal (federazione atletica italiana), Pierluigi Fiorella e Giuseppe Fischetto sono stati condannati rispettivamente, a due anni di reclusione e ad una multa di 10.000 euro ciascuno. Una sentenza storica. La prima in cui vengono sanzionati due massimi dirigenti sportivi italiani. Per i due c’è anche l’interdizione dalla pratica della professione medica per due anni e l’inibizione perpetua da incarichi direttivi al Coni e in societa’ sportive. Per Rita Bottiglieri, all’epoca impiegata nella segreteria federale, invece, la condanna è stata di 9 mesi di reclusione e 4.000 euro di multa. Anche per lei l’inibizione perpetua da incarichi direttivi al Coni e in societa’ sportive.
Secondo la sentenza tutti e tre erano a conoscenza dell’uso di sostanze dopanti da parte di Alex Schwazer, prima dei Giochi 2012 ma non hanno denunciato i fatti. Inoltre, è stato stabilito un risarcimento di complessivi 15.000 euro nei confronti della Wada: 12.000 euro dovranno essere pagati da Fiorella e Fischetto (6.000 a testa), e i restanti 3.000 sono a carico della dirigente Bottiglieri. I tre, infine, sono stati condannati al risarcimento delle spese legali sostenute dalla Wada.
La sentenza contro cui, ovviamente gli interessati hanno già detto di voler ricorrere in appello, è stata più severa delle richieste del pm che per la Bottiglieri aveva chiesto l’assoluzione. Era attesa anche perché costituisce una anteprima assoluta. E’ la prima volta che due medici sportivi, inseriti nella dirigenza di una federazione, vengono condannati per favoreggiamento nel doping. “La prima volta in cui per questo reato vengono sanzionate persone diverse dall’atleta ed è molto importante, perché l’atleta spesso è l’ultimo anello della catena”, dice Sandro Donati, da sempre in prima fila nella lotta alla farmacia proibita, che Schwazer ha seguito come tecnico quando, scontata la prima squalifica, si è ripresentato per gareggiare. “Cosa farà adesso la Iaaf, la federazione internazionale? Ignorerà la sentenza?”. Fischetto è ancora medico del settore sanitario ed ora si trova interdetto a frequentare ambienti sportivi. “Ricordo – aggiunge Donati – che fui proprio io a indicare alla Wada l’11 e 12 luglio del 2012 la necessità di un controllo su Alex. Lui era colpevole per quel doping. Ed ha pagato con la squalifica (tre anni e nove mesi in tutto, n.d.r.). Ora questa sentenza mette in luce anche le responsabilità dell’ambiente e fa inquadrare in una prospettiva ben chiara la presunta seconda positività dell’atleta riscontrata il 1° gennaio 2012”.
Una storiaccia. Con coincidenze talmente assurde da far pensare ad un complotto, come lamentano da mesi Schwazer e il suo staff difensivo capeggiato dall’avvocato Brandstaetter. Come, ad esempio, l’incarico dato dalla Iaaf alla ditta tedesca che poi ha svolto il test del 1° gennaio a Racines, avvenuto, secondo le tesi dei difensori di Alex, immediatamente dopo la testimonianza di Schwazer a Bolzano nella quale, svelando tutti i retroscena chiamava in causa proprio i medici federali. Una intercettazione durante l’inchiesta, rivelò tutta la rabbia di Fischetto: “Ha da morì ammazzato questo crucco di merda”: la frase, resa pubblica nel docufilm di Repubblica di qualche mese addietro, dice tanto dell’atmosfera che circondava Schwazer all’epoca.
E ancora una volta mentre lo sport assolve (i protagonisti erano stati scagionati dalla Procura antidoping del Coni) la magistratura condanna. Il che deve far riflettere sul ruolo e le capacità di organismi che non hanno alcuna credibilità, perché assolutamente autoreferenziali. Lo sport che controlla se stesso non può funzionare con gli interessi in ballo.
“Bella giustizia! – commenta Donati – C’e’ sempre stata ostilita’ nei confronti di Schwazer al quale il Tribunale Nazione Antidoping non ha mai dato la possibilita’, per il presunto secondo caso (quello del gennaio 2016 per cui il marciatore altoatesino sta scontando una condanna a otto anni, n.d.r.) , di un’udienza sportiva in Italia davanti al TNA. Nessuna autorita’ italiana dell’antidoping italiana e’ mai intervenuta per difendere Schwazer rispetto alle vessazioni imposte dalla Iaaf e che il Tribunale Arbitrale Sportivo ha subito passivamente come quando ha costretto Alex all’udienza a Rio in piene Olimpiadi e non a Losanna. E’ stata colpita vigliaccamente la persona a terra`.