La Fiorentina continua a risalire la classifica e inanella la terza vittoria di seguito, raggiungendo il settimo posto insieme al milionario Milan, ma le polemiche non si fermano.
Pioli è riuscito a trovare la giusta collocazione a Benassi che già da almeno due partite ha fatto la differenza (e non solo sul piano realizzativo); i giocatori, pur giovani ed inesperti, forniscono prestazioni all’insegna dell’impegno, della corsa, della concentrazione, della voglia di fare bene; la squadra comincia a prendere una sua fisionomia, non certo entusiasmante né da top club, ma sicuramente tutti quelli che fino a poco tempo fa recitavano “facciamo presto a fare 40 punti” credo avranno trovato un po’ di serenità; la Curva Fiesole, insieme a tutti i tifosi presenti allo stadio, ha incoraggiato e sostenuto con amore e passione (caratteristiche che non mancano mai a Firenze) i colori viola per 90 minuti contro un Torino roccioso e sempre in partita (fino al raddoppio di Simeone).
Poi sul finale di gara, a punteggio acquisito e senza apparente motivo, parte il ritornello “Della Valle vattene ohehoh…” che è lanciato apposta per dividere, per rendere vulnerabili i faticosi successi fin qui costruiti, per rivendicare una primogenitura di un giudizio ostile a prescindere, rancoroso sul piano comunicativo e ingiustificato sul piano sportivo.
In un momento in cui anche quelli che osannavano a Lotito e alla Lazio (signora squadra, molto più vincente di noi e con maggiori capacità organizzative e tecniche che qui nessuno discute) rimuovendo l’aspetto etico e morale e azzerando la correttezza civica dei protagonisti di un calcio dove tutto è permesso e tollerato, dovrebbero pensare alle differenze, appunto etiche e caratteriali delle due proprietà, la nostra e quella laziale, affermando con decisione che i Della Valle sono, almeno da questo punto di vista, migliori, la minoranza, come ama definirsi o come l’hanno definita (non è importante) sceglie di proseguire nell’opera di demolizione e di rottura solo per rivendicare il proprio ruolo (che forse è anche autoreferenziale).
E se qualcuno cominciasse a cantare “Minoranza vattene ohehoh….”? Credo succederebbe il finimondo e soprattutto non aiuterebbe nessuno a risolvere questioni che vanno oltre l’economia, la competenza o le volontà degli attori dello psicodramma.
E allora facciamo tutti un passo indietro, smettiamola con l’atteggiamento di “muro contro muro” e pensiamo a sostenere sempre e comunque la squadra e la città che rappresenta, di cui, che lo si voglia o no, la Società è parte integrante.
Spero che prevalga il buonsenso e che questa pantomima (leggete il bell’articolo di Alessandro Piperno sul Corriere della Sera di oggi in riferimento alla demagogia che prevale nel mondo del calcio) possa concludersi senza ulteriori dolorose divisioni: ognuno la pensa come vuole ma la strada la percorriamo insieme fino al raggiungimento dell’obiettivo.
Che è riprendersi l’Europa, non cacciare i Della Valle.