“Non é stata fornita prova concreta”, chiosa la sentenza della Figc, che aggiunge come Agnelli fosse “inconsapevole del presunto ruolo malavitoso. Il Tribunale non ritiene quindi sufficientemente provato che una simile frequentazione fosse dotata della contestata “consapevolezza” riferita allo status di quei tifosi”.
Ma questo non ha impedito la sanzione, per la violazione dell’articolo 12, che regola i rapporti con gli ultrà, la prevenzione di fatti violenti e il divieto di contribuire al mantenimento dei gruppi organizzati. Per il primo grado di giudizio, il fatto che il club riservasse agli ultrà pacchetti di biglietti consentendone la cessione in numero superiore al consentito con la consapevolezza che diventassero oggetto di bagarinaggio, è “oltremodo preoccupante anche in ragione del fatto che non sono stati fenomeni sporadici e occasionali; in realtà le vicende contestate assurgono a vero e proprio modus operandi di una delle Società più blasonate a livello europeo per un lunghissimo arco di tempo ed hanno trovato la loro conclusione non già a seguito di un volontario cambio di rotta societario, ma esclusivamente per l’avvenuta conoscenza delle attività di indagine della Procura della Repubblica di Torino”. Per poi puntare l’accento sulle “tessere abbonamento gratuitamente distribuite al gruppo Viking”, gruppo leader all’ interno della Curva ” Scirea” all’ interno dell’ “Allianz Stadium”
Non è stata riscontrata la possibile estorsione da parte dei gruppi nei confronti della società, che “non trova conferma”.
E la presunta consapevolezza dell’appartenenza di alcuni ultrà a gruppi della criminalità organizzata cade anche per gli altri deferiti: “La notizia ufficiale riferita alla presunta appartenenza dei citati soggetti a cosche illecite – ricorda il giudice – venne resa pubblica in epoca successiva rispetto ai rapporti intercorrenti tra la dirigenza e la tifoseria”. Respinte però tutte le tesi difensive del club e dei vari deferiti, “pienamente consapevoli delle “utilitá” finalizzate al mantenimento dei gruppi dei sostenitori ai quali avevano riconosciuto i predetti benefici in dispregio della normativa”. Parole che pesano sull’immagine del presidente della Juventus, Agnelli: per questo, lui e il club – che se l’è cavata con una ammenda di 300mila euro, evitando la chiusura dello Stadium per due turni e quella della curva per un’altra gara, chieste invece dalla Procura – è pronto a presentare ricorso in appello. “Sono parzialmente soddisfatto perché siamo riusciti a provare la colpevolezza di tutti, ma i fatti sono talmente gravi che secondo me andavano sanzionati di più: per questo presenteremo ricorso”. Il capo della Procura Figc, Giuseppe Pecoraro commenta così la sentenza. “Credo sia utile la valutazione di un’altra corte, tenendo presente che le risorse derivanti dal bagarinaggio sono andate alla criminalità organizzata, e questo è gravissimo”.
Anche la Juventus, con un cominicato, ha annunciato che ricorrerà in appello: “Juventus Football Club, preso atto dell’odierna decisione del Tribunale Federale Nazionale, – è detto nella nota – preannuncia ricorso presso la Corte Federale di Appello nella piena convinzione delle proprie buone ragioni, che non hanno ancora trovato adeguato riconoscimento.
Al club bianconero ammenda di 300 mila euro. Pecoraro: ”Soddisfatto in parte, faremo ricorso