Simona Quadarella in finale dei 1500; Matteo Milli e Arianna Castiglioni nelle semifinali dei 100 dorso e 100 rana. Comincia con la gioia del debuttante la seconda giornata del nuoto azzurro alla Duna Arena. Primo mondiale e prima semifinale per il 28enne Matteo Milli, romano di Talenti, che porta il record personale sul 54”17 (26″38 ai 50 metri), ottiene l’undicesimo tempo delle batterie dei 100 dorso e ambisce a buttare giù il muro dei 54″. Aveva nuotato il primato precedente di 54”24 agli assoluti di Riccione dove aveva guadagnato il pass per Budapest che lo riportava in nazionale dopo gli europei di Debrecen e i Giochi del Mediterraneo del 2013 chiusi con la medaglia d’oro e le Universiadi del 2015. “Stadio fantastico, mai gareggiato in niente del genere. Con tanto tifo, passione – racconta l’atleta seguito da Alfredo Caspoli, 183 centimetri di altezza, tesserato per la Team Nuoto Lombardia – Molte volte sono stato condizionato dalla tensione; ho rovinato tante gare da solo. C’è stato un momento che arrivavo sempre quarto. Sono rimasto fuori da tutto. Ho resettato e sono ripartito. Contento di aver nuotato bene, delle virate e subacquee”. Spicca per tecnica che compensa una struttura fisica da atleta normale tra i giganti. “Sono molto meticoloso, curo i dettagli. Mi fa piacere ricevere i comlimenti per le subacquee, ma mi manca il resto”, conclude sorridente prima di switchare sulle semifinali “dove proverò a scendere sotto il muro dei 54″ in cui hanno già nuotato in nove con con il cinese argento olimpico Xu Jiayu e lo statunitense bronzo mondiale Matt Grevers sotto i 53″ in 52″77 e 52″81.
In semifinale anche Arianna Castiglioni, 20 anni a ferragosto, quindicesima in 1’07”43 (31”79 al passaggio di metà gara). “Ho un po’ di pubalgia e mi manca tanto allenamento – racconta l’atleta di Fiamme Gialle e Team Insubrika allenata dal tecnico federale Gianni Leoni – In un mese abbiamo messo su questa gara, sapevo che alla fine avrei perso brillantezza ed allora, morire per morire, meglio passare veloce e tirare finché ne avessi”. L’ottavo posto è già a 33 centesimi. “Secondo me nuotando con 1’06” alto si può entrare in finale”, conclude la vice campionessa italiana dei 100 e primatista dei 50 rana (30”72), già finalista a Kazan 2015. Si ferma al 22° posto, invece, la campionessa e primatista italiana Martina Carraro (1’06”41) che non va oltre l’ 1’08”11 (32”29). Arrivata a Budapest con la febbre, ha deciso soltanto ieri di nuotare “per rispetto nei confronti di tutti”, dice amareggiata. Le prime intanto volano. Sparigliano l’olimpionica statunitense Lilly King avanti in 1’05″20 di quattro decimi alla russa Yuliya Efimova, argento olimpico e campionessa in carica. Segue la 20enne lituana Ruta Meilutyte – già olimpionica del 2012 e bronzo nel 2016, campionesa mondiale del 2013 e argento nel 2015 – con un ritardo di 61 centesimi. Quarta l’altra americana, bronzo olimpico uscente, Katie Meili in 1’06″39. Il podio è una partita tra loro.
Prima finale mondiale per Simona Quadarella, 18 anni e mezzo, romana di Ottavia appena diplomata al liceo scientifico. La fondista di Fiamme Rosse e Aniene, allenata dall’ex stileliberista Christian Minotti (nel 2002 argento nei 1500 agli europei di Berlino e bronzo ai mondiali in vasca corta di Mosca), centra la finale dei 1500 stile libero, in programma martedì 25 luglio, con il quarto tempo delle eliminatorie in 16’07”08. Mette la mano dietro alla cinese Hou Yaewn (16’05”87), ma davanti all’ungherese Boglarka Kapas (16’09″60), bronzo mondiale e campionessa europea. Nella batterie successiva la statunitente Katie Ledecky fa gara a sé in 15’47”54, precedendo la spagnola Mireia Belmonte (vice campionessa europea e oro nelle precedendi due edizioni), seconda in 16’05″37. Il podio potrebbe essere raccolto in queste cinque atlete, con la cilena Kristel Kobrich che appare fuori gioco dopo il 16’17″28 delle batterie. Il primo posto è già assegnato a Ledecky, primatista mondiale dei 400, 800 e 1500 in 15’25″48; imbattuta ai mondiali dall’esordio a Barcellona 2013 ad appena 15 anni con 9 medaglie d’oro individuali e 4 in staffetta; 5 ori olimpici un argento con la 4×100 stile libero che ne macchia il candore. Al momento solo un uomo potrebbe fermarne l’incedere e non uno qualunque.
Tanti chilometri di allenamento (7 a seduta) e la voglia di rifarsi della delusione per la mancata qualificazione ai Giochi Olimpici. “Contenta e soddisfatta di questo tempo che promette bene. In acqua mi sento bene e ci sto anche di testa. Mi sento più forte dei campionati italiani. Ho gestito la gara guardando molto le altre e cercando di non strappare troppo. Perdo ancora tanto in virata e devo spingere di più per buttare giù secondi. Spero di riuscirci già in finale”. Il confronto con la concittadina Alessia Filippi (campionessa mondiale a Roma 2009, nonché argento olimpico e bronzo mondiale negli 800) la stimola ma non la condiziona. “Non mi sento la sua erede. Spero tra qualche di poter essere affiancata a lei. E’ sempre stata un riferimento per me e sono contenta dell’imbocca al lupo che mi ha formulato prima dei mondiali”. Al nuoto in acque libere non ha mai pensato. “L’inserimento dei 1500 nel programma olimpico – continua – mi ha dato uno stimolo in più per continuare ad allenarmi sulla distanza con costanza e determinazione. Altrimenti, forse, avrei cambiato qualcosa. Al nuoto in acque libere, però, non ho mai pensato”.
In tribuna a seguirla c’è tutta la famiglia. “Mamma, papà, gli zii e i miei cugini. Sono venuti a vedermi anche con la scusa di fare una vacanza”. Campionessa mondiale juniores dei 1500 e argento negli 800 stile libero nel 2015, quinta negli 800 e 1500 agli europei assoluti nel 2016, mira al grande colpo ma è già tra le più forti al mondo.
Si fermano alle batterie Margherita Panziera con il 20° tempo dei 100 dorso di 1’01″03 (28″80 al passaggio) e Filippo Megli con il 28° dei 200 stile libero in 1’47″94 (24″80 ai 50 e 51″87 ai 100 metri) con l’olimpionico e vice campione mondiale cinese Sun Yang – domenica oro nei 400 con Gabriele Detti di bronzo – unico sotto al muro dell’ 1’46 in 1’45″78.
Dal sito Fin