Queste le parole del ds Daniele Prade’
” La Finale di Atene, grande delusione, lascia cicatrici permanenti e ha provocato le scelte di mercato, la Finale di Coppa America ha mutato il pensiero di Nico che si è sentito di fare un passo diverso.
Ho capito le sue motivazioni.
Kean è la nostra speranza, mia e di tutta la società, compreso l’allenatore, tutto è stato condiviso, Juventus è una società come le altre, trattative di mercato come con le altre.
La trattativa più difficile è stata quella di Gudmonsson, lunga e complicata, anche se le trattative nel caso sono strane, rimpianto Victor Roque.
Non abbaimo fatto un mercato semplice, i tempi sono stato lunghi. In pochi giorni siamo passati da Italiano a Palladino.
Ultimi giorni intensi, Amrabat ha cambiato idea, ci siamo avvicinati e allontanati, il voto lo può dare soltanto il campo.
La situazione Gudmonsson ci vede tutelati, il giocatore rischia poco o nulla, col Genoa ottimo rapporto, valuteremo se obbligo o diritto dopo la sentenza di giugno, ci darà qualità tra le linee, il passaggio del turno della Dinamo Zagabria ci ha fatto allontanare da Baturina.
Davanti siamo in tanti, valuteremo, ma siamo coperti nel ruolo, Beltran può fare anche la seconda punta, offerte vantaggiose per lui, ma non per noi.
Cercavamo un difensore in più, possiamo giocare anche a 4, per Valentini non c’è stata la possibilità di chiudere subito.
Gosens ci può dare alternative diverse, trattative diverse, ma sapevamo che eravamo in chiuso sul tedesco.
Abbiamo scelto tanti giocatori giovani, gli over 30, Gosens e Cataldi, il quale ha tutte le prerogative per essere un leader.
Kayode ha ricevuto molte offerte, abbiamo pensato di cederlo, ma sarebbe stato difficile spiegare il nostro progetto se i ragazzi giovani devono essere ceduti.
Mangala era un giocatore che avrebbe voluto Roberto Coretti, accordo fatto con il giocatore, ma il Lione aveva un accordo con l’Everton.
Tessmann, non c’erano i numeri, dopo le Olimpiadi siamo andati decisi su Richardson, lo scouting, voce importante del bilancio, costa molto.
Ogni squadra ha una propria ambizione, che è quella di essere vincenti, obiettivofinale è arrivare più in alto possibile, siamo ambiziosi e determinati.
Lo Stadio con questi lavori, non da’ l’idea di arena, di fortino.
Vincendo ad Atene sarebbe cambiata la nostra strategia.
Il lavoro di Palladino più difficile rispetto a quello di Montella, perché in più c’è la coppa europea.
Su Martinelli ci abbiamo pensato tanto, ma deve stare con De Gea e Terracciano per imparare.
Ranieri, richiesto da top club, Quarta e Pongracic possono essere leader, e, poi a gennaio arriva Valentini.
La nostra ambizione é di non essere secondi a nessuno!”
Foto Silvano Galassi