Firenze- Intitolargli una piazza, anche se libere ce ne sono solo in periferia? Una bella targa sul Franchi, che però tra qualche anno potrebbe essere abbandonato a se stesso? Un monumento equestre, ecco l’idea giusta, come si faceva un tempo per celebrare i condottieri. Nicola Kalinic, croato con la maglia viola, merita un riconoscimento eccezionale per una scelta straordinaria (magari anche un coretto o uno striscione personalizzato in Curva Fiesole se li meriterebbe). Kalinic condottiero dei sognatori che ancora difendono la supremazia del pallone sulla calcolatrice.
Il suo “no grazie” ad una quantità di denaro stile deposito di Paperon de’ Paperoni, riconcilia col calcio. Non tutto ha un prezzo. A 29 anni si può ancora coltivare l’ambizione di poter migliorare. Kalinic ha lanciato una sfida a se stesso. Meglio un palcoscenico da star e un conto in banca comunque rassicurante, che un pensionato di lusso per calciatori stra-pagati e stra-appagati. Il centravanti della Fiorentina sa bene cosa vuol dire giocare in un campionato di seconda se non di terza scelta. E quello ucraino è comunque di livello superiore, almeno per ora, a quello cinese. Ecco perché ha scelto di restare in Italia.
Non mi illudo sull’attaccamento alla maglia viola. Certamente Kalinic e la sua famiglia si trovano bene a Firenze e la sintonia con l’allenatore è perfetta. Tuttavia credo che se le offerte fossero arrivate dal campionato inglese o spagnolo o tedesco, forse il finale della storia sarebbe stato meno sorprendente.
Ma ora Kalinic è qui. E fino a quando giocherà per la Fiorentina, la squadra avrà un’arma letale in più per provare a conquistare qualcosa. La sua decisione deve essere di esempio e, soprattutto, di stimolo per tutti i compagni di squadra. Comunque motivo di orgoglio per la società e la tifoseria. Un patrimonio da valorizzare, una preziosa iniezione di autostima.
Mi resta solo un dubbio: perché Kalinic ha scelto di dare l’annuncio attraverso un sito croato? Non sarebbe stato più esaltante comunicare la decisione alla società e convocare stampa e tifosi per dare a tutti la lieta novella? O temeva che qualcuno avrebbe tentato di fargli cambiare idea e ha scelto di mettere tutti davanti al fatto compiuto? Ma forse questa è solo malignità.