Quattro big match, tre persi e solo uno vinto (a Bergamo contro l’Atalanta). Contro Roma, Inter e Napoli la Fiorentina ha raccolto zero punti. E sono state tutte gare in cui certamente i viola non hanno demeritato ma hanno mostrato tutti i limiti che Italiano sino ad oggi ha nascosto. La bravura del tecnico è stata quella di rivalutare una squadra che da tre anni lottava per salvarsi. E ci siamo illusi tutti che quei giocatori fossero diventati improvvisamente bravi. Non è così. L’allenatore riesce a colmare con il suo lavoro il gap con le squadre medio piccole, e in quel senso la Fiorentina sta facendo molto bene, ma per competere con le big servono giocatori da big. In campo e in panchina. Il Napoli ha 14-15 calciatori forti, titolari. La Fiorentina non ne avrebbe neanche 11 a leggere i nomi ma grazie a Italiano anche ieri sera contro la squadra schiacciasassi di Spalletti i viola non hanno demeritato e con più attenzione ai dettagli avrebbero anche potuto fare punti. Ma è proprio l’attenzione ai dettagli una differenza tra i top player e i giocatori normali. La Fiorentina è una rosa normale esaltata da un gran bell’allenatore. Che comunque perfetto non è. Italiano migliorerà ancora tanto ad esempio sulla gestione dei calci piazzati a favore e contro. Migliorerà sulla motivazione di una squadra che quando passa in svantaggio si scioglie. Ma questo è soprattutto un’eredità lasciata dagli allenatori e dalle stagioni precedenti.