Firenze- In attesa dell’ultimo o penultimo colpo di mercato, la situazione in casa Fiorentina sta al momento così: in ordine alfabetico le lettere J e K stanno accanto, strette fra la I e la L. Declinandole in un immaginario alfabeto viola tra la I di Inter e la L di Laurentiis (nel senso di De). Kalinic va e Jovetic torna? Kalinic va e Jovetic resta dov’è? Kalinic non si muove e farà coppia con Jovetic? Le trame di mercato, approssimandosi la fine, si infittiscono e si arricchiscono di suggestioni che talvolta si trasformano in realtà.
Il fattore J, nel senso di Jovetic, è intrigante. Il giovanissimo Stevan arrivò a Firenze da semisconosciuto, anche se ben pagato, e ne diventò il beniamino, con quel cesto di riccioli pettinati coi fulminanti e gli incisivi alla Bugs Bunny sempre in mostra. Cinque stagioni in viola con 135 partite, alcune da ricordare, e 40 gol, alcuni da incorniciare. Nel mezzo anche un anno di stop per infortunio e un problematico recupero che gli procurò la fama di calia. Poi la famosa, anzi famigerata, intervista a La Gazzetta dello Sport in cui dichiarava il suo desiderio di mollare la maglia viola: “Sono alla Fiorentina dal 2008, cinque stagioni intensissime. Sento davvero di aver dato tutto, di non avere altro da offrire e trasmettere agli altri. Sono giovane e ambizioso, è normale che possa sentire il bisogno di misurarmi altrove”. Il problema è che quell’altrove era la Juventus. Destinazione imperdonabile, vista da Firenze. Lì si incrinò in maniera irreparabile il rapporto con i tifosi. Però Jovetic alla Juve non riuscì ad andare. Finì in Inghilterra al Manchester City, squadra di campioni, concorrenza spietata. L’astro nascente diventò subito calante. Due campionati da comparsa, e il rientro in Italia con la maglia dell’Inter. Dove comparsa è rimasto.
Dopo Toni e Gilardino sarebbe il terzo attaccante a sperimentare l’esperienza del ritorno sotto la Torre di Maratona. Il tempo trascorso ha cicatrizzato la ferita per la sua smania bianconera e, forse, lo ha reso un po’ meno fico lesso (come si dice a Firenze di chi ha una soglia del dolore molto bassa). E’ Jovetic da molto tempo ma in fondo ha solo 27 anni (ancora da compiere), quindi nel pieno della maturità calcistica. Se davvero dovesse tornare a Firenze, avrà nel bagaglio a mano nuovi stimoli da trasmettere? O sarà solo un ragazzo deluso che rientra a casa con le pive nel sacco? E i tifosi viola riabbraccerebbero il figliol prodigo JoJo, che proprio come il giocattolo dei tempi andati si caratterizza per andare e tornare, con convinzione o diffidenza?
La J e la K strette fra la I e la L. “I” come Idea; “L” come Lasciar perdere.