Svogliato, impreciso, fuori condizione e con la testa altrove. Potremmo riassumere così la disastrosa serata di Dusan Vlahovic contro l’Inter. Il giovane serbo è entrato a gara in corso al posto di uno stanco Koaume (anche lui protagonista di un paio di errori sotto porta). In quel momento serviva un giocatore capace di correre e mettere pressione alla difesa dell’Inter e magari sfruttare l’occasione. Vlahovic non è riuscito a fare niente di tutto questo. Dopo 5 minuti in campo già camminava e non dava alcun supporto ai compagni, beccandosi anche un paio di occhiatacce da Ribery. Ma finché non ha fatto danni va bene. Poi però la sua serata ha preso un’altra piega negativa quando servito al bacio da Ribery ha sparata la palla del 2-4 in tribuna. Un erroraccio per chi di mestiere fa il centravanti e per chi, a detta di tutti ha le potenzialità del top player.
Già le potenzialità. E qui si apre il fascicolo con le responsabilità della società. Sì perché un ragazzo di 20 anni deve giocare con continuità, senza le pressioni di una Firenze spazientita da anni di nulla e con la considerazione dell’allenatore. Vlahovic deve avere la possibilità di trasformare le potenzialità in realtà. Rimanere a Firenze è un’opzione deleteria sia per la Fiorentina che, soprattutto, per il giocatore. Tutti, dagli addetti ai lavori ai tifosi, si chiedono da mesi perché Vlahovic deve restare a fare, per un’altra stagione, la riserva a Firenze. Un prestito in una “tranquilla” Serie A sarebbe il passo giusto per la crescita del giocatore. E allora perché resta a Firenze? La Fiorentina può permettersi di svalutare un giocatore dalle potenzialità di Vlahovic solo per risparmiare qualche milione sul mercato? Sembrano domande retoriche ma probabilmente non lo sono.