Il direttore generale della Fiorentina, Joe Barone, ha parlato a Radio Sportiva: “Io e la Fiorentina, per il bene del calcio, pensiamo che sarebbe meglio finire questa stagione senza sacrificare la prossima. Prima di tutto però viene la salute. Se ci sono rischi a giocare, non si deve giocare. Non sarà più il calcio di ieri. Pensare al calcio di domani richiede delle modifiche. O ne usciamo uniti e compatti, o andiamo tutti a casa”.
BILANCIO PRIMA STAGIONE. “Io ringrazio Commisso e la sua famiglia, perché ha deciso lui di prendere la Fiorentina e dare qualcosa al calcio italiano e di avermi dato questa opportunità. E’ un bellissimo cammino, voglio ringraziare Daniele Pradé che mi ha aiutato ad entrare in questo mondo complesso, e mi ha fatto conoscere tanti colleghi. E per questo adesso posso contare su tanti rapporti. Sono stati 10 mesi molto intensi e faticosi, ma bellissimi. Abbiamo portato avanti tante cose, rifacendo la squadra da zero, dato il via per il progetto del centro sportivo, e stiamo lavorando intensamente per lo stadio, e stiamo facendo crescere tanti giovani”.
CHIESA RESTA. “Non ci sono questioni. Abbiamo un ottimo rapporto. Parliamo costantemente, stamani ho chiamato Enrico, ci siamo parlati. Siamo felici sia io che lui. Appena finirà questa pandemia parleremo ancora. C’è grande serenità e rispetto da parte di tutti. Noi vogliamo e speriamo che tutti i giovani forti restino a Firenze, lui Castrovilli ed altri. Ci siederemo e parleremo. Vogliamo che restino tutti i più forti per fare una squadra forte”.
TAGLIO STIPENDI. “Non è che la Lega si è svegliata dal niente, lo abbiamo richiesto tutti noi club. Per salvare il calcio italiano. Le società si sono unite, e per gli stipendi si deve pensare a tutti i costi. Non solo gli ingaggi. Dobbiamo pensare a come far ripartire e sopravvivere il calcio. L’economia mondiale avrà grandi problemi. Anche per il calcio. I giocatori hanno preso coscienza di questa situazione. Le istituzioni si devono mobilitare. I calciatori, penso che siano già tutti disposti a dare una mano”.