“Dominante, mentalmente concentrato e totalmente chiuso in sé stesso alla ricerca della vittoria”. I Los Angeles Lakers non hanno mai visto la versione playoff di Lebron James, ma il loro allenatore, Frank Vogel, lo ha vissuto eccome sulla sua pelle: da allenatore dei Pacers infatti è stato eliminato per tre volte dai Miami Heat, allora covo del talento di King James, di cui due in finale di conference. “Era in grado di capire i nostri giochi prima ancora che li chiamassimo, una cosa spaventosa. E giocava con la determinazione di chi fa qualunque cosa necessaria per vincere, non c’è altro da aggiungere”. Salvo infortuni, anche i Lakers quest’anno si godranno la versione potenziata del loro fenomeno. E soprattutto, lo step avverrà nella miglior squadra della Western conference e accanto ad un mostro candidato Mvp come Anthony Davis.
Tutt’altra situazione rispetto allo scorso anno, quando Lebron ha mancato la post-season per la prima volta dal 2005, dopo otto finali consecutive. Dopo la pausa dell’All Star Game, e dopo esser stato fermo da Natale a fine gennaio per un infortunio all’inguine, James dichiarò di aver attivato la “modalità playoff” per risalire dal decimo posto ad ovest, ma le sue parole si rivelarono vane. Per carità, le statistiche erano dalla sua parte, ma fu tutto il resto a mancare: la fiducia nel coaching staff, il suo fisico non brillante, il linguaggio del corpo e lo spirito. Quest’anno la musica è totalmente diversa, e ‘Playoff Lebron‘ è pronto a scatenarsi. Ma cosa significa per coloro che non l’hanno mai provato? ‘Playoff Lebron‘ si muove con il fuoco nelle viscere e negli occhi, è più veloce, più cattivo e parla con un tono di voce più basso ai giornalisti. E’ più esigente con sé stesso e con i suoi compagni di squadra, estrapolando da ognuno la versione migliore e funzionale alla vittoria. E’ capace di giocare 48 minuti in una gara 7 e poi segnare un buzzer beater, oppure di inseguire Iguodala per stopparlo in una delle azioni più iconiche dell’ultimo decennio. Tutto questo è “Playoff Lebron”.
Nel 2018, a Cleveland, i Cavs smantellarono la squadra alla deadline dopo un gennaio disastroso, e fu impossibile trovare la chimica giusta: ma Lebron rispose comunque con 29.4 punti, 9.8 rimbalzi e 9.5 assist dopo la pausa dell’All Star Game, e 34 punti, 9.1 rimbalzi e 9 assist ai playoff per portare i suoi fino alla finale Nba poi persa contro i Golden State Warriors. Questo è ‘Playoff Lebron‘.
A rendere il tutto più interessante è la presenza al suo fianco di Anthony Davis. Il “monociglio” è in procinto di diventare il primo compagno di squadra di Lebron a segnare più punti in una stagione: al momento sono 26.7 contro i 25.1 di James. Non era mai successo nonostante negli anni passati il 23 fosse stato affiancato da Dwyane Wade, Chris Bosh, Kyrie Irving e Kevin Love. Tutto ciò porta a chiederci come potrebbe essere ‘Playoff Lebron‘ accanto ad un giocatore così dominante come Davis, oltretutto candidato fortissimo al premio di difensore dell’anno. “Solo un’estensione ad un livello superiore rispetto a quello che stiamo vedendo adesso”, ha risposto coach Vogel. “Ogni squadra è diversa. Il suo ruolo e i giocatori intorno a lui sono stati diversi nel corso della carriera. Quello che non è mai cambiato è il suo approccio”. Ed è quell’approccio che lo ha fatto grande.
La “modalità playoff” arriva solitamente in periodi di disperazione, quando la posta in gioco è più alta o quando è semplicemente il momento di smettere di giochicchiare. Lebron non solo si separa dai suoi account sui social media, ma smette anche di leggere i giornali sportivi e abbassa il volume delle trasmissioni tv. E’ totalmente focalizzato su un obiettivo. In questa stagione, James è stato semplicemente fantastico, nonostante i 35 anni, e l’alchimia con Davis perfetta, senza drammi né gelosie. Bisogna quindi vedere se questo legame in primis tecnico reagirà a “Playoff Lebron”, ma i dubbi sono minimi. Come ha detto lo stesso James, infatti, la storia parla per lui: i grandi giocatori con i quali ha giocato insieme sono lì a testimoniare. Da parte sua, l’approccio sarà sempre lo stesso, e il resto della Lega può iniziare a tremare.