Contro il Sassuolo, Boateng inizia dal primo minuto. È lui il designato a non fare rimpiangere Ribery squalificato. Montella gli dà fiducia ma l’esperimento del falso nueve è destinato a tramontare vista la costante ascesa di Vlahovic il quale, quando viene chiamato in causa come stavolta dal 75’, dà subito una differente profondità alla squadra. In attesa tra l’altro anche di Pedro, oltre che del rientro del francese dopo altri due turni di stop, diventa difficile continuare a pensare a Boateng come a un protagonista di questa stagione. Sembra senza ruolo, arretra spesso per trovare la posizione giusta ma anche la corsa appare pesante. Chiama spesso la palla ai compagni perché la volontà di essere protagonista non manca, quella no. Ci si attende il colpo, la zampata vincente che non arriva. Eppure l’inizio è buono. Il palo colpito al 3’ sembra di buon auspicio ma seguono lunghi minuti di pausa, assenza dal gioco. Alla mezz’ora si fa anticipare sotto porta dopo una percussione di Castrovilli, però al 35’ vince un rimpallo in area e dalla linea di fondo fa un tiro cross che non viene raccolto da Chiesa troppo indietro. La partita da ex non gli giova particolarmente; quella di Boateng alla Fiorentina rimane, al momento, una storia a metà.