Un gol, tramutato dalla Lega in autorete “per il voluto tentativo di rinviare il pallone” da parte di Palomino, e un assist. La partita di Chiesa non poteva andare meglio, se non fosse stato per il risultato finale. Federico festeggia sotto il curvino viola il gol su azione seguente angolo, al 24’ quando scaraventa di destro al volo il pallone in porta facendolo rimbalzare sul terreno e sorprendendo, complice il tocco decisivo di Palomino, Gollini. Che il gol del numero 25 viola arrivi in modo rocambolesco suona probabilmente ancora più beffardo per Gasperini. Sì perché, nel ruolo che non è suo ma dove deve giocare per il bene della squadra, Federico Chiesa affronta una partita che per lui, inutile negarlo, non può essere come le altre, con un avversario ben preciso, il tecnico atalantino Gasperini reo delle esagerate accuse di simulatore nei suoi confronti poco più di un anno fa. Dopo il gol del vantaggio viola, verso di lui il coro “buffone” si alza forte dalla curva atalantina quando reclama una punizione a suo favore non concessa dall’arbitro, ma la scorza dell’attaccante gigliato è dura e non ne risente nel resto della gara. Al 65’ caparbiamente sulla destra contende il pallone a Palomino, crossa per Ribery che al volo raddoppia. Esce dal campo al 76’, sostituito da Vlahovic, ricoperto da un nugolo di fischi e improperi. Le offese che si riservano a chi si teme.