La lunga estate di Federico Chiesa del quale si sono interpretate via via le minime espressioni – è corrucciato, vuole andare alla Juventus? – si conclude in un certo senso in questo sabato pomeriggio, alla terza giornata di un campionato che promette soddisfazioni ai tifosi viola. Impegnato a giocare contro quello che sarebbe stato il suo presente se non fosse arrivato Mr Commisso a trattenerlo a Firenze, Chiesa, nel ruolo per lui inedito di terminale offensivo, tende comunque a decentrarsi sulla destra dove si rende più pericoloso. Da lì guadagna al 5’ la prima punizione come a segnalare che è presente ma della serietà del ragazzo nessuno ha mai dubitato. La conquista dei palloni in fase di ripiegamento sono ulteriori dimostrazioni di un’umiltà forse ritrovata dopo una o due prove in cui era sembrata meno evidente.
I fischi e i cori di scherno all’ingresso in campo al 7’ di Bernardeschi al posto dell’infortunato Douglas Costa sono interpretabili, al di là della consueta ostilità verso l’ex di turno, come un inconscio avvertimento verso chi poteva o potrebbe comunque diventarlo ovvero il Federico ancora in maglia viola.
Nel primo tempo in particolare Chiesa viene fermato scorrettamente sulle ripartenze viola. Al 15’, poi, la sua pressione su Szczesny per poco non viene premiata dato che il rinvio del portiere bianconero ribattuta dal giocatore viola termina di poco sopra la traversa a sfiorare il più burlesco dei gol. Un minuto dopo è ancora la pressione di Chiesa su Danilo a causare qualche apprensione nella difesa juventina. Così al 18’ il rasoterra di Ribery bloccato a terra da Szczesny nasce da un appoggio di Chiesa e al 30’ Federico manca per poco il tocco sotto porta sull’assist di Castrovilli. Al 35’ da fuori area da posizione accentrata non ci pensa due volte a tirare ma sul suo rasoterra Szczesny si distende a parare. Un minuto dopo De Ligt cade tramortito a seguito di una sua pressione così Chiesa prende un cartellino giallo apparso oltremodo severo.
Al rientro negli spogliatoi Montella parlotta fitto con Chiesa. E il numero 25 viola lo ripaga nella ripresa con altre incursioni che avrebbero meritato migliore sorte. Al 54’ dalla destra serve un pallone d’oro per l’accorrente Castrovilli il quale però cicca la conclusione vanificando la giocata. Allo stesso modo alla mezz’ora un altro cross in area non trova la sponda giusta e nel recupero Boateng conclude a lato l’ennesimo, ultimo assist di giornata di Chiesa. Non segna, Federico, come si era augurato il Presidente Commisso e in cuor loro i tifosi viola, ma serve tanti palloni in area. Assist finalizzati magari dalla prossima partita, forse dal brasiliano di nome Pedro appena arrivato.