Larissa Iapichino, 17 anni compiuti pochi giorni fa, centra l’oro agli Europei Under 20 di Boras in Svezia nel salto in lungo con 6,58 e ripete 32 anni dopo il successo di mamma Fiona May, presente in tribuna insieme a babbo Gianni. Grande festa all’Atletica Firenze Marathon dove si gioisce anche per il quarto posto con primato personale dell’altretranto giovane Andrea Così nella marcia. Gioia in particolare modo per i coach di Larissa Gianni Cecconi (presente a Boras a consigliare la saltatrice) e Ilaria Ceccarelli (che invece è già a Baku per seguire gli Inder 18 azzurri), e Marco Ugolini per Andrea.
Il resto è già un misto tra cronaca e leggenda.
A 17 anni quindi Larissa Iapichino è la campionessa europea under 20 del salto in lungo! Finale stupenda, un botta e risposta continuo tra l’azzurra che trionfa con 6,58 (+1.2), la svedese Tilde Johansson (6,52) e la britannica Holly Mills (6,50). Larissa è medaglia d’oro della stessa manifestazione che mamma Fiona May aveva vinto nel 1987 a Birmingham con la maglia della Gran Bretagna. Tutta in crescita la gara dell’azzurra doppia figlia d’arte (papà l’ex astista Gianni) che inizia con 5,93 sotto la pioggia. Poi si apre il cielo e arrivano 6,37, 6,33, 6,51, 6,58 e il 6,53 finale. È il quarto oro azzurro nella rassegna continentale in Svezia, eguagliato il record storico di San Sebastian 1993, nella mattinata in cui l’Italia festeggia anche per l’argento di Riccardo Orsoni nei 10.000 di marcia e il bronzo di Elisa Ducoli nei 3000 per un bilancio provvisorio di otto medaglie (4 ori, 1 argento, 3 bronzi). Nel pomeriggio altre finali con azzurri in gara.
LE DICHIARAZIONI DI LARISSA: “Non ci credo, è stato pazzesco – le parole di Larissa – è stata una gara bellissima perché ad un certo punto eravamo in tre in due centimetri: o reagisci bene o reagisci male. Fino all’ultimo salto è stata una gara con i brividi. Al primo salto con la pioggia ero ‘impanicata’, pensavo non sarei riuscita a saltare. Poi però mi son detta che dovevo soltanto fare del mio meglio e ci ho provato. Vincere a 17 anni significa tantissimo, le mie avversarie erano quotatissime, la svedese Johansson e l’inglese Mills soprattutto. È come uno shock, sono riuscita a fare 6,58 e a vincere il titolo. In tribuna c’erano tutti i miei compagni, mia mamma Fiona, mio papà Gianni e mia sorella Anastasia, ed è stato bellissimo. Una gara non facile, vento spesso contrario, siamo riuscite tutte a fare ottimi salti nonostante condizioni pessime. Si parte da qui, la settimana prossima forse andrò agli Assoluti di Bressanone e il prossimo anno vedremo. Intanto ci godiamo la festa, abbiamo fatto un Europeo pazzesco, che Italia!”.
LA CRONACA – La più piccola di tutte. La più forte di tutte. Ancora allieva, sulla carta d’identità i 17 anni compiuti soltanto giovedì, Larissa batte atlete di due anni più grandi. Una battaglia di nervi, condizionata all’inizio dalla pioggia, poi thrilling per come si alternano emozioni e ribaltoni. La saltatrice dell’Atletica Firenze Marathon scruta il cielo, vede i nuvoloni e le gocce che scendono e si spaventa, appare poco lucida nel primo salto, trova vento contrario e finisce sotto i sei metri (5,93). A quel punto bisogna reagire, rialzarsi. La stoffa della campionessa non le manca e allora si risolleva in un baleno con il 6,37 che profuma già di medaglia. È qui che inizia la sua avventura continentale, è qui che si rende conto di essere un fenomeno, mentre la britannica Holly Mills azzecca il “saltone” a 6,48 che rende subito tutto chiaro: bisogna andare oltre i sei-metri-e-cinquanta per vincere. Al terzo jump si sveglia anche la svedese padrone di casa e favorita della vigilia Tilde Johansson, intimorita dai due nulli iniziali ma qualificata per i tre salti di finale con le spalle al muro (6,32). In tribuna al Ryavallen tutta la squadra spera e si abbraccia, il coach Gianni Cecconi dispensa indicazioni (mentre l’altra sua allenatrice Ilaria Ceccarelli palpita di fronte a un computer a Baku insieme alla squadra allievi U18 partita per l’Eyof), e una macchia di colore azzurro lancia un urlo quando al quarto salto esce il 6,51 che ci voleva. Può non bastare ancora, perché al quinto tentativo la Johansson che ieri aveva vinto l’oro nei 100hs si propone per il bis con 6,52, un centimetro di più, e forse i lunghi capelli biondi raccolti in una coda la tradiscono e le sottraggono qualche centimetro sulla sabbia. Ed è proprio al penultimo assalto che Larissa inventa il capolavoro: 6,58 a sei centimetri dal suo recente primato personale e record italiano U20 di 6,64 ai Tricolori di Agropoli. È il trionfo azzurro che fa esplodere la tribuna e impazzire di gioia mamma Fiona May e papà Gianni Iapichino.